OJM, appello della bandiera Cecco Vescovi: forza Varese!

Openjobmetis Varese Cecco Vescovi

VARESEFrancesco Vescovi, per tutti semplicemente Cecco. Tra tutte le bandiere della Pallacanestro Varese è quella più significativa, senza nulla togliere a nessuno, se non altro per i ruoli ricoperti in passato. Nato a Varese, cresciuto nel settore giovanile, nel 1980 debutta a 16 anni in prima squadra fino a diventarne capitano. A parte poche stagioni “fuori sede” (Pistoia e Fortitudo Bologna) è sempre stato in campo il riferimento della squadra della sua città, dalla splendida DiVarese (nella foto con quella maglia il suo sottomano rovesciato, il marchio di fabbrica tecnico del giovane Vescovi) fino allo scudetto della stella nel 1999. Si ritira nel 2006, non senza aver dato prima spettacolo al Mc Donald’s Open contro i San Antonio Spurs di Tim Duncan e dopo aver stabilito il record di presenze (694 in 21 stagioni). In giacca e cravatta diventa allenatore, General Manager e Presidente della “sua” società. Nel momento di maggiore difficoltà, con la Openjobmetis ultima e solitaria in classifica, da vero capitano, sventola la bandiera dell’orgoglio e dell’appartenenza, incitando la squadra nella rincorsa verso la difficile salvezza.

La Openjobmetis ultima in classifica

“Dispiace tantissimo, non è una bella situazione. Capisco la preoccupazione e l’angoscia che sta vivendo chi, in prima persona, porta avanti ogni giorno la società e la squadra. E anche la preoccupazione dei tifosi. Se posso dare un consiglio, devono tutti avere la forza di reagire, di dare il massimo e di rimediare la classifica. E non ho dubbio che lo faranno”.

L’anno di Mrsic, l’inesperienza del Bullo e… forza Varese!

“E’ difficile fare un paragone con il 2007, anno in cui la squadra era guidata in panchina da Mrsic e dal sottoscritto. Era un’altra pallacanestro. Probabilmente Massimo Bulleri ha pagato qualcosa per la sua inesperienza, però non dimentichiamoci che già alla vigilia la squadra non era certo nelle prime due fasce e si sapeva che sarebbe stato un campionato di lotta e di battaglia. Sicuramente Bulleri sta facendo il massimo per affrontare al meglio ogni partita e ogni allenamento. In questo momento bisogna fare quadrato per aiutare l’allenatore e la squadra. E’ inutile fare processi. Bisogna stare uniti. Ciascuno nel proprio piccolo deve fare uno sforzo e dare una mano per ribaltare la situazione. Già domenica a Trieste non vedo perché Varese non possa andare a vincere. Non è facile, ma c’è bisogno di positività. Luis Scola e Toney Douglas sono giocatori molto importanti, che possono e devono trascinare il gruppo. Forse sarebbe meglio che, in momenti come questi, in società parlasse una persona sola per tenere una linea unica”.

La Openjobmetis secondo me

“Secondo me la Openjobmetis ha qualità, con giocatori come Douglas e Scola. Gli altri hanno fatto bene e possono fare bene, ma probabilmente si sono un pò persi nei risultati negativi. Douglas e Scola, con la loro classe ed esperienza, devono essere in campo un punto di riferimento per i propri compagni. Bisogna assolutamente ritrovare quella fiducia che, per esempio, aveva caratterizzato la squadra nella miglior partita stagionale sul campo della Fortitudo Bologna. Sono sicuro che con una vittoria la Openjobmetis potrà acquistare nuovamente la positività necessaria per giocarsi le proprie carte in chiave salvezza. Certamente la mancanza di pubblico a Masnago non aiuta i giocatori”.

5 anni senza Cecco Vescovi in società e il futuro del basket a Varese

“Io me ne sono andato a febbraio 2015 perché pensavo che fosse finito il mio compito, al di là di alcuni problemi. Poi sono state fatte altre scelte e la società è andata per la propria strada. Quel che mi preme sottolineare è che gli uomini passano, la Pallacanestro Varese resta, perché la Pallacanestro Varese è immortale. Vale per tutti e vale anche per me. Persino nella malaugurata ipotesi di una retrocessione, che peraltro vogliamo scongiurare con tutte le forze, non ne farei un dramma. I drammi della vita sono altri e anche i drammi nello sport: basti pensare a società blasonate che oggi non ci sono più, come Avellino, Caserta e Virtus Roma. Soprattutto nei momenti di difficoltà chi ha veramente a cuore la Pallacanestro Varese troverà le forze necessarie per ricominciare e per ripartire, anche in modo diverso. Questo è il mio messaggio a chi oggi sta lottando sul campo e in società per raggiungere la salvezza”.

Cinque questioni chiave sul futuro della OJM Varese

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