Ospedale unico, serve il manager migliore

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Con tutto quello che accade in Italia e nel mondo, e non c’è bisogno di ricordarlo, rischiamo di perdere di vista questioni all’apparenza secondarie rispetto agli eventi che riempiono le prime pagine dei giornali e le aperture dei notiziari televisivi. Questioni che riguardano il nostro territorio, come, ad esempio, la nomina dei nuovi manager della sanità. Incombenza a carico dell’esecutivo di Palazzo Lombardia e, in prima persona, del governatore Attilio Fontana e dell’assessore al Welfare Giulio Gallera.

Verosimilmente le scelte della quarantina di direttori generali di Asst e Ats saranno prese entro Natale. Con molta probabilità già nei primi giorni di settimana prossima. I vertici regionali pescheranno dalla lista dei cento nomi selezionati da una apposita commissione sulla base di 250 aspiranti che hanno fatto domanda. Che non siano scelte né facili né scontate, ci pare un’ovvietà per diverse ragioni. Essendo un’ovvietà spesso non ci si bada, o perlomeno ci bada soltanto la politica.

Non sempre la politica ha una visione oggettiva delle cose per privilegiare ciò che le interessa, nella prospettiva di poter mettere il becco. Nella sanità, in funzione di favorire le appartenenze e le clientele. In ballo c’è però il buon funzionamento dei presidi sanitari in cui ci curiamo: chi sarà chiamato a dirigerli assume un ruolo decisivo, quanto meno fondamentale. Ovvio, non ci piove. Ma di fronte al rischio che se ne facciano carico in esclusiva certi volponi del circo politico, ci permettiamo di sottolineare come l’Asst della Valle Olona abbia bisogno di un direttore generale con i controfiocchi (eufemismo), capace di tenere le redini di un’azienda proiettata verso il futuro con la realizzazione del polo ospedaliero unico tra Gallarate e Busto Arsizio e, nel frattempo, in veloce declino nei due nosocomi principali.

Tutto già detto, fino allo sfinimento. Ma forse non ancora abbastanza. In chiaro, chi ne prenderà le redini dovrà gestire la convivenza ravvicinata tra il gallaratese Sant’Antonio Abate e il Circolo bustocco, riuniti in un’unica azienda, con la pesante carenza di personale medico e paramedico che la sfiancano, con i guai che si sono via via creati in alcuni reparti persino strategici, con le difficoltà di riorganizzare una doppia struttura in cui anche i problemi sono doppi, con le legittime pretese degli utenti a cui vanno garantite cure appropriate ed efficaci. Insomma, non proprio una passeggiata. Con l’aggiunta del ginepraio burocratico, procedurale, progettuale, operativo e finanziario del costruendo ospedale. Operazione complessa, dentro la quale potrebbe insinuarsi di tutto nonostante le salvaguardie che di sicuro saranno messe in atto. Senza contare, dicevamo, le pressioni della politica, che non resterà a guardare, ma vorrà dire la sua, possibilmente condizionando le scelte. Moltiplicando così le difficoltà.

E allora, mai come in questa occasione la Regione si carica sulle spalle una enorme responsabilità. Per Busto/Gallarate, Fontana e Gallera dovranno scegliere il meglio tra i cento candidati in lizza. Evitando, se possibile, di imbarcarsi nella solita, penalizzante spartizione: uno alla Lega, un altro a Forza Italia, un terzo a Fratelli d’Italia. Nella consapevolezza che non sono le casacche a fare la differenza, piuttosto le competenze, il carattere, l’onestà intellettuale del prescelto.

 

Manager sanità busto gallarate – MALPENSA24