Il Palaghiaccio di Varese raccontato dallo studio che lo ha firmato. «Grande onore»

Esibizione delle atlete varesine in occasione dell'inaugurazione del 15 novembre

VARESEI varesini, atleti e non, hanno imparato a conoscerlo e apprezzarlo fin dalla riapertura lo scorso settembre. In questi ultimi giorni è stato al centro dei riflettori di tutt’Italia, grazie alla presenza illustre del Capo dello Stato Sergio Mattarella che lo ha inaugurato ufficialmente definendolo «splendido». Ora a raccontare il Palaghiaccio di Varese è lo studio Sportium, che si è occupato della sua riqualificazione.

Le parole dell’architetto

Il progetto porta la firma dell’architetto Giuseppe De Martino, direttore tecnico di Sportium, azienda specializzata nell’ideazione, progettazione e sviluppo degli impianti sportivi, che è anche partner di Lega Pro. «Sono molto orgoglioso del progetto del Palaghiaccio di Varese – commenta – perché nasce da una collaborazione virtuosa tra pubblico e privato: la determinazione del sindaco Davide Galimberti e del suo staff, e la sinergia con i concessionari, ci hanno permesso di realizzare una struttura all’avanguardia in tempi record, in un momento storico particolare in cui i costi e l’approvvigionamento dei materiali hanno richiesto molto lavoro e grande sforzo da parte di tutti. Questo dimostra che unendo le forze si ottengono grandi risultati e il fatto che il nuovo complesso sia stato inaugurato alla presenza del Presidente della Repubblica è per me, e per tutti noi, un grande onore».

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella all’inaugurazione del Palaghiaccio

L’intervento

L’intervento di rifacimento integrale della struttura, riaperta agli atleti lo scorso agosto e poi al pubblico un mese più tardi, è stato reso possibile grazie a un partenariato pubblico-privato che ha visto protagonisti il Comune di Varese e Acinque, attraverso Acinque Innovazione (già Aevv Impianti). L’accordo si fonda su una durata di 36 anni e mezzo di concessione a fronte di un investimento complessivo che supera i 12 milioni di euro. Del vecchio edificio è rimasto sostanzialmente molto poco: in modo particolare sono stati mantenuti una piccola parte del corpo centrale dell’ingresso e la parte interrata della zona piscine. I volumi, la copertura e gli impianti (elettrico, meccanico e di produzione del freddo per il mantenimento del ghiaccio) sono stati completamente rifatti per ottenere un’architettura efficiente, contemporanea e altamente innovativa. L’intero complesso è caratterizzato da una struttura di travi semicircolari in successione, realizzate in legno lamellare, che sorreggono una copertura espressamente concepita per isolare sia dal punto di visto termico che da quello acustico l’intero Palaghiaccio. Un pacchetto di copertura, concepito come altamente coibente e altamente isolante dal punto di vista acustico, composto da una lamiera microforata, uno strato di lana di roccia da 5 centimetri, uno di barriera al vapore, ancora uno strato di lana di roccia da 20 centimetri e, a chiudere, uno strato di lamiera.

Impianto moderno

Gli imponenti archi in legno (nella foto sopra) caratterizzano in maniera importante l’intero complesso: sono la monumentale spina dorsale di una struttura all’avanguardia e, nello stesso tempo, grazie ai due archi della vecchia struttura, che sono stati conservati all’esterno dell’impianto, contribuiscono ad armonizzare il nuovo corpo di fabbrica costruito con un esistente che è stato volutamente conservato. La struttura lignea dà vita ad un ambiente visivamente gradevole, caldo e accogliente ed è completamente sostenibile dato che il legno a fine vita può essere completamente riciclato. La struttura ospita un impianto che è quanto di più moderno si possa realizzare oggi per il ghiaccio, caratterizzato da una pista di 60 per 30 metri, dotata di balaustre di nuova generazione, adeguate a competizioni internazionali di qualunque livello, e adatte anche alle competizioni di hockey paraolimpico perché fornite di panchine trasparenti per garantire la completa visibilità delle competizioni.

Emissioni quasi zero

Il progetto non riguarda solo il ghiaccio, ma anche altre discipline sportive: è stata realizzata una nuova vasca per il nuoto, che si aggiunge alla piscina esistente moltiplicando così l’offerta dello spazio acqua. Al contempo, il volume della piscina esistente è stato diviso in due, dimezzandone l’altezza, per allestire una palestra al piano superiore. La struttura si competa con due campi da paddle che sono stati realizzati sopra la copertura della piscina ricreativa. Dal punto di vista energetico la struttura è stata concepita e realizzata con un involucro edilizio estremamente efficiente, che consente un notevole risparmio energetico per la mancata dispersione del caldo o del freddo dall’interno verso l’esterno, a seconda che si stia parlando di piscina o di ghiaccio. Si è lavorato inoltre perché il Palaghiaccio fosse quasi completamente autonomo dal punto di vista energetico: la struttura è dotata di un parco fotovoltaico di ultima generazione che assorbirà quasi tutto il fabbisogno di energia. A questa dotazione è abbinato anche un impianto solare termico che consente di non dover utilizzare carburanti fossili per produrre l’acqua calda sanitaria necessaria. Il nuovo Palaghiaccio di Varese è un impianto a emissioni quasi zero, il primo che viene ultimato in vista delle Olimpiadi Milano-Cortina 2026. Non sarà sede di eventi per le gare olimpiche, ma potrà accogliere le nazionali per gli allenamenti. A promuoverlo anche la campionessa Carolina Kostner.

LEGGI ANCHE: