Parabiago, dopo il dramma le polemiche: «Passeggeri bloccati sino alle 2 di notte»

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PARABIAGO – Oltre la tragedia, il disagio: la protesta del comitato pendolari Gallarate-Milano per la «non gestione dell’emergenza dopo il drammatico fatto accaduto il 20 novembre in stazione a Parabiago. Pendolari bloccati sui convogli per oltre tre ore. E’ inaccettabile. Non è ammissibile che nel 2018 Trenord, Trenitalia ed Rfi non abbiano un piano di emergenza per situazioni come quella successa la sera del 20 novembre – si legge in un comunicato a firma di Raffaele Specchia, portavoce del comitato –  e regione Lombardia è latitante mancando di controlli e direttive a riguardo».

Stipati per tre ore

L’incidente costato la vita a un giovane di 16 anni, travolto da un treno per scommessa, oltre allo schock e al dolore per l’accaduto, sta sollevando un’ondata di protesta da parte di chi ogni giorno paga per avere un servizio «zoppicante. Il treno 5328 infatti è rimasto fermo per 3 ore tra le stazioni di Vanzago e Parabiago. I passeggeri sono rimasti quindi stipati in piedi sul treno per 3 ore con riscaldamento al massimo e finestrini bloccati – si legge nella nota stampa –  Nessun capotreno è passato per spiegare cosa stesse succedendo, nonchè per aprire i finestrini bloccati».

Malori tra i pendolari bloccati

Il blocco, l’effetto «carro bestiame», hanno causato malori tra i passeggeri. «Quando una ragazza è stata colta da malore nessuno ha risposto alle ripetute chiamate di soccorso effettuate tramite apposito pulsante di emergenza. Al citofono infatti il capotreno non ha risposto per 4 volte di seguito – si legge nel comunicato del Comitato pendolari – Dopo circa 2 ore l’avviso (incerto) di una possibile retrocessione verso la stazione precedente (Vanzago) che sarebbe stato effettuato dopo (forse) 20 minuti». In realtà «solo dopo un’altra ora è stato possibile retrocedere fino a Vanzago. A quel punto tutti i pendolari sono stati abbandonati in stazione. Nonostante siano trascorse 3 ore dall’accaduto non è stato previsto un servizio di navette o bus sostitutivi per rimediare al disagio causato», continuano i pendolari.

«Nessuna gestione dell’emergenza»

«Tutti i pendolari sui treni in partenza da Garibaldi verso le varie direttrici Fs sono stati lasciati allo sbando. I più fortunati sono riusciti a ripiegare sulle Fnm, mentre altri hanno dovuto aspettare la ripresa della circolazione arrivando a casa – in alcuni casi – oltre le 2 di notte. In questa situazione erano presenti anche alcuni disabili che  hanno visto il proprio disagio amplificato. È evidente che non si può parlare di gestione di un’emergenza, anzi ci sembra il piano perfetto per creare ulteriore disagio e confusione ad una situazione già complicata», conclude la nota del Comitato.

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