Regione Lombardia, ennesimo stop alla tassa sul rumore degli aerei. Ma FI insiste

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MALPENSA – Contro l’introduzione dell’Iresa (Imposta regionale sulle emissioni sonore degli aeromobili civili) si era già espressa la giunta Maroni nel 2017 e anche il governatore Attilio Fontana, per tramite del suo assessore Raffaele Cattaneo (Ambiente), si era detto contrario un anno fa all’introduzione della tassa sul rumore in quanto il centrodestra aveva promesso che non avrebbe aumentato l’imposizione fiscale. Ciononostante il consigliere bergamasco di Forza Italia, Paolo Franco, ha portato in discussione oggi 9 luglio in consiglio regionale una mozione per impegnare la giunta Fontana a introdurre l’Iresa anche in Lombardia, così come già fanno in Lazio e Campania. Ma percependo una bocciatura certa, ha emendato la proposta, passata con 60 voti favorevoli su 61 (contraria soltanto +Europa): l’applicazione della tassa sul rumore avverrà soltanto al termine di un’attenta valutazione costi/benefici.

Che cos’è l’Iresa

La valutazione preventiva sembra una mossa per prendere ancora tempo. Come se non se ne fosse perso già abbastanza. La Lombardia, infatti, fu la prima regione ad averla recepita, ma non l’ha mai applicata, a differenza di Campania e Lazio che invece da anni chiedono alle compagnie aeree questa tassa in proporzione all’inquinamento acustico provocato, con gli introiti da reinvestire per interventi di mitigazione ambientale. Sono risorse che dovrebbero servire – così come indicato dalla legge 342 del 21 novembre 2000 – al completamento dei sistemi di monitoraggio del rumore, al disinquinamento acustico, al miglioramento generale della vivibilità dei territori coinvolti dalle attività aeroportuali e all’eventuale indennizzo delle popolazioni residenti nelle aree aeroportuali. Soldi a cui Regione Lombardia rinuncia e che secondo un recente studio di Legambiente, ammonterebbero a circa 3,7 milioni di euro che potrebbero essere usati ogni anno per il benessere dei cittadini.

Gli emendamenti bocciati

Durante la discussione in aula Elisabetta Strada, presidente del gruppo Lombardi Civici Europeisti (la ex lista Gori) aveva presentato due emendamenti. Con il primo chiedeva di alzare dal 50 all’80 per cento la quota de destinare ai Comuni per le opere di mitigazione del rumore, per il completamento dei sistemi di monitoraggio acustico, per il disinquinamento e per l’indennizzo delle popolazioni residenti nelle zone A e B dell’intorno aeroportuale. Strada chiedeva inoltre di coinvolgere nella disciplina e programmazione dell’equa distribuzione delle risorse ricavate i Comuni interessati, adottando specifici accordi di programma, in virtù di parametri che tengano conto non tanto delle dimensioni delle aree interessate, bensì del numero delle popolazioni residenti nelle aree coinvolte. Entrambi gli emendamenti sono stati bocciati. Ma è di fatto l’Iresa ad aver subito l’ennesima bocciatura. Perché l’ulteriore rinvio assomiglia tanto a un modo elegante per tenerla congelata, chissà per quanto tempo ancora.

Ma Forza Italia insiste

regione lombardia tassa rumore Non è dello stesso avviso Paolo Franco che invece reputa l’analisi costi/benefici un’opportunità per fare finalmente chiarezza sull’Iresa e prendere una decisione che sia davvero definitiva, una volta per tutte. «Dovrà passare da un tavolo tecnico nonché da tre Commissioni: Bilancio per la parte economica, Ambiente e Infrastrutture», sottolinea il consigliere azzurro che ha stimato in tre mesi il tempo sufficiente per completare la valutazione. «Ci è stato detto che era stata sospesa per le difficoltà nel reperire la risorsa, ma francamente non mi sembra una giustificazione plausibile, così come la possibilità di rendere meno competitivi gli aeroporti lombardi, dato che il Piemonte potrebbe presto applicarla e anche il Veneto sta cambiando idea. Vorrei infine ricordare che peserebbe sulle compagnie aeree soltanto 17 centesimi di euro a passeggero».

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