Malpensa, le rotte finiscono in Parlamento. I sindaci: «E’ vergognoso»

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MALPENSA – Due interrogazioni parlamentari rivolte al ministro dei Trasporti e Infrastrutture Danilo Toninelli, la presa di posizione a Palazzo Lombardia da parte di Raffaele Cattaneo, assessore regionale all’Ambiente, in attesa dell’incontro con il prefetto di Varese domani 26 luglio. Sono le prime mosse concrete, che hanno seguito lo sdegno dei sindaci dell’area di Malpensa – e di tutti i residenti della zona – dopo la decisione dell’ente nazionale dell’aviazione civile che ha stabilito che, per i primi dieci giorni del Bridge, si volerà con uno schema fisso. Ovvero utilizzando la pista di destra per le partenze, con gli aerei che sorvoleranno Arsago Seprio, Casorate Sempione, la frazione di Mezzana a Somma Lombardo e la periferia nord di Gallarate.

Le interrogazioni di Tarantino e Frassinetti

Fra i primi a muoversi, in qualità di ex sindaco di Samarate (che è tra i Comuni del Cuv), l’onorevole Leonardo Tarantino che ripercorre il lavoro degli ultimi mesi da parte di amministratori locali ed enti coinvolti per arrivare a trovare una soluzione «quanto più condivisa, che soddisfacesse tutte le condizioni di sicurezza e di gestione del traffico aereo, soprattutto per ridurre i problemi legati alle emissioni rumorose per i territori circostanti». La decisione di Enac «è stata presa senza prendere in considerazione le istanze provenienti dai territori e dai relativi amministratori locali; e le modifiche apportate non considerano in alcun modo la ricaduta che il traffico aereo porterebbe ai territori maggiormente coinvolti un superamento dei valori di inquinamento acustico e atmosferico e un peggioramento della qualità della vita delle popolazioni coinvolte». Tarantino chiede per questo al ministro Toninelli «se fosse a conoscenza di questo e come intenda adoperarsi con le autorità aeroportuali, al fine di rivedere gli scenari operativi predisposti per il Bridge del traffico aereo da Linate a Malpensa». Le stesse richieste sono contenute nell’interrogazione alla Camera disposta, tramite il sindaco di Ferno Filippo Gesualdi, dall’onorevole Paola Frassinetti (FdI), che sottolinea come la decisione di Enac «non tiene in assoluta considerazione i disagi che il nuovo scenario riverserà sulle comunità di sedime e che ha buttato al vento mesi e mesi di lavoro».

«Il territorio va rispettato»

Anche l’assessore all’Ambiente di Regione Lombardia, Raffaele Cattaneo, è a fianco dei sindaci del Cuv: «Enac ha buttato a mare un accordo costruito dopo mesi di faticoso confronto con i sindaci – ha detto Cattaneo a margine del Consiglio regionale -. Infatti inizialmente le piste dovevano alternarsi ad ospitare i decolli e gli arrivi, ma così i Comuni vicini alla pista dei decolli per 10 giorni dovranno sopportare problemi di impatto acustico. Il direttore generale di Enac, Alessio Quaranta, ha giustificato il cambiamento con dei motivi di sicurezza, ma se Enac se ne accorge solo ora è inquietante. Quindi ci spieghi quali sono questi problemi che giustificano un cosi repentino cambio di decisioni. Riteniamo inoltre che le istituzioni del territorio vadano rispettate, non si può fare un patto e poi in modo unilaterale disattenderlo». In attesa delle risposte, e delle eventuali azioni, del ministro Toninelli, i nove sindaci del Cuv saranno ricevuti domani mattina, 26 luglio, (a ventiquattr’ore dalla chiusura di Linate) dal prefetto di Varese Enrico Ricci. Uniti e fermi nel dire no ad una decisione «presa da una poltrona romana – come commenta il sindaco di Casorate, Dimitri Cassani -. Io non ci sto e come me nessuno degli altri sindaci, perché un conto è far notare come il territorio non sia mai stato considerato in questa vicenda, un altro è disconoscere il lavoro fatto da tante persone che quotidianamente gestiscono il traffico aereo. Ci sono dubbi sulla safety? Il dottor Quaranta poteva farsi sentire prima e magari, non autorizzare il Bridge in questi termini, perché i legittimi dubbi sollevati in fase di preparazione, evidenziati da molti degli attori (anche da noi) così diventano certezze, e il superamento dei limiti delle emissioni in atmosfera e dei limiti di rumorosità sono illeciti penali».

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