Salvataggio Pro Patria: senza fiducia non c’è cordata che tenga

turotti e testa pro patria

BUSTO ARSIZIO – Per ricucire lo strappo fra le parti c’è tempo fino al 13 giugno, giorno dell’attesissima assemblea societaria dell’Aurora Pro Patria 1919, ma la sensazione che si vada ormai verso un Testa-bis in solitario è più che una probabilità. La mossa (legittima) della socia di minoranza, che all’apparenza è sembrata giocare su due tavoli, ha letteralmente spiazzato e sconcertato il “pool di industriali” così ribattezzato dallo Studio Spreafico. Aldilà delle parate di facciata, con Sara Tosi e Christian Cerrone intenzionati comunque a confermare le loro sponsorizzazioni (più che altro per amore della Pro), la realtà sembra ben altra. La cordatina, che in verità stava diventando sempre più cordata, è naufragata proprio sul più bello, mentre il progetto, peraltro condiviso da tutte le parti, stava prendendo corpo e stava coinvolgendo nuovi compagni di viaggio.

Chi paga, comanda

Una grande occasione persa per alcuni, che vedevano nella bustocca (e tigrotta) Sara Tosi una leader catalizzatrice imprescindibile; un’opportunità di rinnovamento aziendale sprecata per altri, che magari intravedevano in David Alberti una figura imprenditoriale moderna e trasversale. Ma tant’è: la sostanza è che fra, il dire il fare, la Pro Patria è stata salvata (ancora) da Patrizia Testa. La quale, forse perché scottata a caro (carissimo) prezzo dalla prima annata in biancoblù, ha preferito fidarsi solo di se stessa, muovendosi in prima persona. Per dirla in soldoni: “Chi mette i soldi, comanda”. E chi comanda, sceglie pure gli uomini (e i professionisti) da mettere in società.

Il futuro nella Testa

Cosa accadrà da qui al 13 giugno (e soprattutto dopo il 13 giugno) è davvero difficile a dirsi. Al netto ovviamente dell’iscrizione della Pro Patria al campionato di serie C – aspetto prioritario per i tifosi biancoblù, per la Città di Busto Arsizio e per Palazzo Gilardoni – Patrizia Testa, il cui amore per la Pro aldilà di alcune scelte criticabili e criticate resta ad ogni modo indiscutibile, potrebbe andare avanti appunto in solitaria, mettendoci l’ennesima milionata per programmare la nuova stagione (ma in questo caso, prima ancora dell’aspetto sportivo, non certo da poco, dovrebbe risolvere l’incompatibilità politica, oppure girare il 75% delle quote ad una persona di fiducia). Potrebbe rivendere la Pro ad un socio occulto o ad un nuovo interessato (le vie del Signore sono infinite…). Oppure potrebbe risuddividere le quote con la cordata, sperando di ricucire lo strappo (forse la voragine) creato. Anche se i buoi sembrano ormai scappati, per la serie “rien ne va plus, le jeux son faits”.

salvataggio Pro Patria fiducia cordata – MALPENSA 24