Salvataggio Pro Patria: si va verso il closing

testa citarella

BUSTO ARSIZIO – Manca ancora l’ufficialità, ma la Pro Patria tornerà a casa. Dopo la proposta d’acquisto presentata dal pool bustocco al Consorzio Sgai, da Napoli filtra un moderato ottimismo sul buon esito dell’operazione. Probabilmente c’è ancora qualcosa da limare, ma anche gli attuali proprietari del 90% delle quote societarie hanno mostrato disponibilità a trattare, confermando le buone intenzioni annunciate, nel “rispetto” dei tifosi e della storia. Questione di ore dunque e il closing sarà realtà, anche perché diversamente – visti i tempi così ristretti per preparare la documentazione necessaria all’iscrizione alla prossima serie C – il presidente Domenico Citarella dovrà, gioco forza, indire entro lunedì l’assemblea dei soci. E fra Napoli e Busto, al netto del clima e del paesaggio, è superfluo dire dove sarebbe meglio farla…

Tra presente e il futuro

Se dunque la Pro Patria si appresta a potersi iscrivere al campionato, grazie all’amore per i colori biancoblù di Sara Tosi (San Carlo istituto Clinico), Christian Cerrone (CC Gestione Logistica) e David Alberti (e forse non solo…), accorsi a dare man forte a Patrizia Testa – colei che di fatto ha ripreso in mano la situazione rigarantendo il futuro alla Pro Patria – ora c’è ancora da correre. Una volta messo nero su bianco, bisognerà infatti pensare all’immediato presente, pianificando il budget per la nuova stagione (oltre a definire i poteri), ordinare il materiale tecnico e fissare il ritiro precampionato. Anche se lo Studio Spreafico nel comunicato ha parlato di pool di industriali, rievocando figure alla Vender, l’impressione è che la realtà non sia propriamente così. Almeno al momento

In media veritas

Da cordatina, come l’abbiamo definita provocatoriamente su queste colonne pungolando con effetto l’orgoglio bustocco, a pool di industriali, come probabilmente si auspica il nuovo progetto Pro Patria, la verità sta probabilmente nel mezzo. Ma è chiaro che l’azienda Pro Patria, oltre alle strutture promesse dall’Amministrazione, dovrà essere reimpostata e gestita come tale: non tanto sul piano calcistico, dove Turotti e i suoi prodi hanno dimostrato di saper fare le nozze coi fichi secchi; quanto sul piano societario, dove nell’ultima travagliata annata, la realtà – al netto degli isolati miracoli del media manager Ramella – è stata sotto gli occhi di tutti.

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