Salvate il soldato Emanuele

lega antonelli forza italia

Mentre a Roma, domenica sera, si rimodulava la contestata manovra, a Varese, Giancarlo Giorgetti festeggiava il suo 52esimo compleanno. L’assenza del sottosegretario alla presidenza del consiglio al vertice di Palazzo Chigi è stata letta in diversi modi. La più plausibile riguarda le tensioni tra Giorgetti e Di Maio per il reddito di cittadinanza, “che piace all’Italia che non ci piace”. Sia come sia, alla cena varesina c’erano alcuni capataz della Lega locale, con lo stesso Giorgetti, il ministro Bussetti, il sottosegretario Candiani, il segretario provinciale nonché parlamentare Matteo Bianchi, l’avvocato Mascetti, eminenza grigia del movimento che fu di Umberto Bossi. Inframmezzati ai brindisi, i discorsi politici. Inevitabili, dati i commensali.

Politica alta e quella piccola piccola di casa nostra. Le elezioni europee e amministrative di maggio, le possibili candidature e alleanze, che guardano tutte a centrodestra, nella novantina di Comuni in cui si va al voto e, ultima ma non ultima, la situazione di Busto Arsizio dove i rapporti tra il sindaco e alcuni assessori e, ancora, tra il sindaco e le segreterie dei partiti di maggioranza non virano verso il sereno. Situazione che sta creando instabilità e, addirittura, spinte sottotraccia per “licenziare” il primo cittadino Emanuele Antonelli. In chiaro, nel centrodestra, in Forza Italia e nella stessa Lega, c’è chi vorrebbe dare il benservito con largo anticipo al sindaco. Motivo: non risponderebbe più a nessuno se non a se stesso e a chi gli tiene bordone. In municipio a Busto Arsizio, ma anche a Varese, a Villa Recalcati, dove si è da poco insediato come presidente della Provincia.

Un doppio incarico che, per paradosso, lo rende inamovibile e, quindi, più forte delle lamentele sul suo conto. A rafforzarlo c’è proprio la Lega che, secondo indiscrezioni, ha deciso di tenerlo in sella, quanto meno nell’attuale frangente. “Antonelli non si tocca” avrebbero stabilito più o meno informalmente i partecipanti alla cena di domenica sera.  Non si tocca per una serie di ragioni. La più importante rimanda alla necessità dei leghisti di confermare l’affidabilità acquisita nell’elettorato: “Dobbiamo dimostrare di essere diversi da tutti gli altri, con fatti concreti e girando alla larga dalle liti” è l’obiettivo in vista del turno elettorale di maggio.

Se nella Lega esiste una preoccupazione riguarda soprattutto Forza Italia, alleato territoriale in difficoltà per tutto quello che gli accade, dai sondaggi per nulla rassicuranti alle defezioni in serie degli iscritti. Certo, i capi forzisti sottolineano che invece delle fughe dal partito bisognerebbe parlare di chi chiede di entrarvi. Il problema però non cambia.

Una Forza Italia indebolita rappresenterebbe un problema per i leghisti, nonostante oggi abbiano il vento in poppa. Non c’è dubbio. E allora, l’ordine è di lasciare intatto il quadro di riferimento politico, di non provocare smottamenti che avrebbero effetti devastanti in tutte le direzioni. Insomma, di provare ad abbozzare di fronte al decisionismo antonelliano, benché a lungo andare possa sfiancare chi ne subisce i rigori. Un ordine che Forza Italia un po’ subisce e un po’ condivide per scongiurare precipizi che potrebbero risultarle esiziali. In altre parole, salvando il centrodestra a Busto Arsizio si salva anche il “soldato” Emanuele.

Lega antonelli forza italia – MALPENSA24