Animali nell’area abusiva di Samarate. Nuovo ordine di demolizione

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SAMARATE – La discarica abusiva in via Agusta a Samarate verrà smantellata. Si tratta dell’area che negli ultimi mesi aveva sollevato forti polemiche. Non solo a causa di rifiuti di ogni genere abbandonati, questione già emersa nel 2021. Ma soprattutto per il caso degli animali, maltrattati secondo gli animalisti ma non per la Procura (sequestrati durante un blitz vennero poi restituiti qualche giorno dopo), che ha portato diversi attivisti a protestare davanti al Comune.

Dal 2021 a oggi

Lo ha annunciato il sindaco Enrico Puricelli in consiglio comunale ieri – 25 luglio – incalzato da un’interrogazione di Alessio Sozzi (Movimento Cinque Stelle). Il consigliere di minoranza ha ripercorso tutti gli step che dal 2021 a oggi hanno portato «solo a peggiorare la situazione» nell’area in via Agusta. E visto che si tratta di una questione emersa in più occasioni, ha chiesto ulteriori precisazioni viste le informazioni «non esaurienti» fornite in passato. Su tutti, l’ordinanza sindacale firmata due anni fa per garantire lo sgombero entro 60 giorni. Atto che «non è stato rispettato», ha ammesso il primo cittadino.

Blitz e proteste

I riflettori si sono nuovamente accesi sull’area dopo il blitz che ha portato alla scoperta del ricovero di animali, scatenando il mondo degli attivisti. Lo scorso febbraio è stato poi effettuato un ultimo sopralluogo con il veterinario di Ats, la polizia locale, la Forestale e il responsabile dell’ufficio Ecologia. Il risultato finale – aveva detto il sindaco – garantiva che «non è stato riscontrato nessun tipo di rifiuto e gli animali sono stati trovati in ottime condizione fisiche».

La nuova ordinanza

Ora però è stata emessa un’ulteriore ordinanza dello scorso 23 giugno, firmata dal nuovo coordinatore d’area, che obbliga a smantellare l’area entro 90 giorni. Prevista la «demolizione di tutte le opere e i manufatti realizzati in assenza di permesso di costruire», riporta il documento. Si tratta di tre blocchi. Quello sud (con tettoie e stalla), quello centrale (con altre tettoie e un pollaio) e quello nord (con una baracca e una roulotte). Quindi ci sarà il «ripristino dello stato dei luoghi, al fine di ricondurre il fondo allo stato agricolo-boschivo originario». Se le direttive non dovessero essere rispettate «si procederà d’ufficio con l’acquisizione gratuita di diritto del bene e dell’area di sedime al patrimonio del Comune. In tal caso, le spese necessarie saranno poste a carico dei trasgressori e saranno riscosse secondo le disposizioni di legge in materia».

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