“Santocielo” può attendere: il parroco di Cuggiono cancella il film di Ficarra&Picone

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CUGGIONO – Da “Santocielo” ad… apriti cielo. E sul nuovo film di Ficarra&Picone cala il non expedit del parroco. Succede a Cuggiono e, com’è solito accadere oggi, la polemica rimbalza subito dal grande schermo a quello dei cellulari tramite i social locali. Chi si appella (a sproposito) alla laicità, chi difende le ragioni del sacerdote: il paese e non solo si divide, tra battute scherzose e seriose perorazioni della libertà di espressione da una parte e del rispetto dei valori, in questo caso religiosi, dall’altra.

Tutto nasce dall’opposizione di don Angelo Sgobbi a proiettare nella sala parrocchiale “Santocielo” (nella foto in alto, una scena con Giovanni Storti nella parte dell’Altissimo), l’ultima fatica della celebre coppia di comici Salvatore Ficarra e Valentino Picone. Che pur di scherzare con il pubblico stavolta non lasciano stare i santi, e neppure il Creatore. L’avevano già fatto con Il primo Natale e ci riprovano ora con un’Annunciazione tutta al maschile: nella trama, l’angelo Picone investe per sbaglio della missione di partorire un nuovo messia un uomo (ovviamente Ficarra). Troppo per don Angelo, che ha tolto la pellicola dalla programmazione del “suo” cinema, dov’era in cartellone nel prossimo finesettimana (13 e 14 gennaio).

«Pellicola avvilente e offensiva»

Sfruttando le (infinite) vie dei nuovi media, il don ha affidato al suo profilo social la spiegazione della scelta. «Per me – spiega il parroco di Cuggiono – la nascita del Signore Gesù dalla Vergine Maria è un motivo di fede e di gioia profonda; ho trovato avvilente che si inventasse una sorta di storia parallela, con un secondo messia, con una gestazione maschile, e altro di pessimo gusto, solo per fare “comica”. Mi sono sentito profondamente colpito ed offeso – prosegue don Angelo – nella mia sensibilità di credente; e vedo che è la stessa cosa per quelle persone che, come me, (magari saranno poche), hanno una simile sensibilità, amano il Signore Gesù e soffrono per questa “comica” sgangherata, che usa la religione in questo modo discutibile».

In definitiva, non si tratta «assolutamente di censura, ma di coerenza con ciò che la parrocchia propone come cammino di fede e con ciò che personalmente credo».

Anche Famiglia Cristiana lo bacchetta

Gli stessi attori del film alla presentazione lo avevano definito una commedia «all’apparenza provocatoria ma rispettosa». Mentre su Famiglia Cristiana monsignor Davide Milani, presidente della Fondazione Ente dello spettacolo, lo ha recensito in questi termini: «Non è blasfemo il film diretto da Francesco Amato, ma riscrive secondo il politicamente corretto ampie pagine di Vangelo, aggiornando quei tratti del Dio cristiano che a molti contemporanei appaiono antiquati. Il cinema può ridere anche di Dio e delle cose sante: è necessario però non sconvolgere i fondamenti che caratterizzano la divinità e l’esperienza religiosa», per poi aggiungere: «Perché questa riscrittura così banale dei fondamenti della fede solo per giungere stancamente ad affermare l’accoglienza, il rispetto, la fine del pregiudizio?».

L’ultimo giudizio, come sempre, sarà quello del pubblico. Che però, per farsi un’idea precisa del film, dovrà scegliersi un’altra sala.

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