Sciopero a Malpensa, il 19 maggio si replica. Usb: «Vogliamo l’aumento»

sciopero lavoratori handling contratto

MALPENSA – Lavoratori in sciopero a Malpensa. Di nuovo. Dopo il presidio dello scorso 21 aprile, per chiedere un aumento degli stipendi, nulla è cambiato. E i dipendenti dell’handling alzano di nuovo la voce. Al centro, la richiesta del rinnovo del contratto nazionale «scaduto il 30 giugno 2017, ormai da quasi sei anni», si legge in una nota dei sindacati di base. Lo sciopero nazionale del trasporto aereo di 24 ore, annuncia la Usb, è quindi previsto per venerdì 19 maggio.

Le trattative

«Abbiamo appreso della ripresa delle trattative con alcune date programmate, tra l’associazione di categoria Assohandlers e le organizzazioni sindacali confederali», riporta la nota dei sindacati di base. «Ancora una volta, nonostante la nostra rappresentatività a livello nazionale – che secondo le regole di gioco stabilite dai sindacati firmatari del Ccnl e i padroni (accordi interconfederali e non Legge) – darebbe diritto ad una delegazione di Usb di partecipare alla contrattazione nazionale, Usb viene esclusa continuamente dal tavolo».

I salari

Le condizioni salariali dei lavoratori e delle lavoratrici delle società di handling «era già precarie prima della pandemia e dell’avvento della guerra in Ucraina». Fattori che «hanno peggiorato in modo esponenziale le condizioni salariali, normative e di salute e sicurezza sul lavoro con carichi di lavoro sempre più pesanti». Che sono dovuti «anche alla continua richiesta di flessibilità da parte di tutte le società». I dipendenti, proseguono i sindacati, «sono a un passo da essere considerati lavoratori poveri». Il tutto in un contesto dove «l’inflazione ha raggiunto il 12% e il potere d’acquisto dei lavoratori e delle lavoratrici è diminuito vertiginosamente, mentre i dati ufficiali raccontano che i profitti sono rimasti in linea con il periodo pre-Covid».

I punti fondamentali

Quindi hanno messo sul tavolo i «sei punti fondamentali che, a nostro parere, devono essere la base minima per un rinnovo contrattuale». Chiedendo che «l’eventuale rinnovo sia sottoposto a consultazione referendaria tra i lavoratori e le lavoratrici coinvolti in tutta Italia». Questi:

– Un aumento salariale in linea con l’aumento reale del costo della vita e non con l’indice IPCA (condiviso da associazioni datoriali e sindacati confederali) che non tiene conto degli aumenti delle materie energetiche, e che tenga conto che è scaduto da anni, un aumento che tenuto conto di quanto sopra non può essere inferiore a euro 300.

– Indennità di vacanza contrattuale: i lavoratori per effetto del mancato rinnovo a scadenza di contratto, in più di 5 anni hanno perso migliaia di euro, NO a unatantum ridicoli.

– Ripristinare l’orario di lavoro a 37,5 ore/settimana anzichè le attuali 38,5 ore/settimana che prevedono 3 giornate di lavoro in più prestate gratuitamente.

– L’inserimento nel CCNL di un ticket restaurant di euro otto/00, laddove non ci siano mense che permettano al lavoratore di poter usufruire di un pasto completo a carico dell’azienda.

– Modifica dell’articolo H37 sulla clausola sociale, che preveda il mantenimento di tutti i diritti salariali e normativi diretti/indiretti ai lavoratori coinvolti ed eliminazione del passaggio cono novazione oggettiva e soggettiva.

– Un rinnovo che in discontinuità col passato deve prevedere che i futuri aumenti abbiano incidenza sugli istituti variabili ed incentivanti (maggiorazioni e straordinari, ecc.).

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