Malpensa, sciopera l’handling. I sindacati: «Troppe cose che non vanno»

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MALPENSA – «L’operazione Bridge non sta andando così bene così come vogliono farci credere». Dal punto di vista dei lavoratori, almeno: lo sostengono le sigle sindacali di Fitl Cgil, Fit Cisl e Ugl Ta, che oggi 2 settembre hanno organizzato un presidio al Terminal 1 di Malpensa in vista dello sciopero dei lavoratori di Airport Handling, venerdì 6 settembre. «Organico carente e poco formato, mezzi insufficienti, poca sicurezza e compenso economico non adeguato: siamo totalmente contrari all’accordo separato firmato lo scorso luglio», dichiarano compatti i rappresentanti delle segreterie.

«Accordo penalizzante»

Il 6 settembre ci sarà uno sciopero di 4 ore dei lavoratori di Airport Handling, in primis per protestare contro l’aspetto economico applicato nell’accordo firmato lo scorso 26 luglio anche da Uil «in modo inspiegabile: fino al giorno prima, insieme con Ugl e Cisl – commenta Stefano Croce, delegato Filt Cgil – eravamo compatti nel chiedere che venissero affrontati temi operativi importanti. Alla firma del contratto, Uil ha scelto un’altra strada». Il primo punto che ai sindacati non va bene è il riconoscimento economico per i lavoratori relativo al periodo del Bridge: «Durante il Bridge – continua Croce – si lavora in una situazione eccezionale (e si spera non ripetibile); avevamo chiesto che venisse premiata la presenza dei lavoratori in questi mesi. Airport Handling ha fatto il contrario: dal 1 agosto scorso al 31 gennaio 2020 il riconoscimento economico è legato alle assenze. Paradossalmente, se una persona dovesse superare un certo numero di assenze, non verrà pagata affatto. Ci sembra fuori da ogni regola». La retribuzione non è il solo aspetto carente dell’accordo separato: «Airport Handling ha dimostrato, nel primo mese di Bridge, di non essere pronta a gestirlo, per organizzazione e per numero di lavoratori. Ne sono prova gli episodi di caos allo smistamento e alla consegna bagagli – conclude Croce – ma anche la questione della sicurezza. L’aumento del lavoro porta enorme stress per i lavoratori. E questo accordo, anziché premiare la loro presenza, li penalizza».

Personale insufficiente

Il personale assunto da Airport Handling «non è inoltre sufficiente a gestire la grande mole di lavoro» che il trasferimento dei voli di Linate ha portato a Malpensa, ed è inoltre destinato a diminuire perché «sono state assunte solo 688 persone a tempo indeterminato. Ma 350 di queste, oltre la metà dunque, andranno via il 15 settembre, e non sono previsti reintegri», spiega Gaetano Cannisi, segretario provinciale della Cisl. A ciò si aggiunge il fatto che «un terzo del nuovo personale non è stato adeguatamente formato. Svolgono quindi mansioni ridimensionate, e il loro lavoro viene coperto dai dipendenti più esperti, così sovraccaricati. Anche questo è un aspetto non considerato dall’accordo che ci siamo rifiutati di firmare». «Noi abbiamo sempre lottato per incentivare la presenza dei lavoratori – conclude Massimo Legramandi, segretario provinciale Ugl Varese – e per questo chiediamo che non venga applicato questo accordo.Non ci fermiamo qui: saremo in presidio al Terminal 1 per tutta la settimana fino allo sciopero di venerdì, a cui ne seguirà uno di 24 ore. Vogliamo che vengano rispettati i diritti dei lavoratori».

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