Apre il Sentiero del Silenzio percorso da Liliana Segre. Il figlio: «Grande emozione»

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A sinistra nella foto Alberto Belli Paci, figlio di Liliana Segre, sul sentiero percorso dalla madre 80 anni fa

VIGGIÙ – 80 anni fa era stata Liliana Segre, insieme al padre, a percorrere quei sentieri di montagna tra la Valceresio e la Svizzera, per cercare la libertà oltreconfine. Oggi, 8 dicembre 2023, quello stesso percorso è stato affrontato dal figlio Alberto Belli Paci, che non è voluto mancare all’inaugurazione del Sentiero del Silenzio promosso da Amo – Amici del Monte Orsa. Ampia la partecipazione nonostante la pioggia, con un lungo serpentone che si è messo in cammino verso Saltrio e il confine elvetico (nel video qui sotto inaugurazione e intervista).


Emozione profondissima

Nel suo breve saluto alla partenza in piazza Albinola a Viggiù (nella foto sotto) Belli Paci è visibilmente emozionato: sono poche le parole che concede, lasciando spazio alla riflessione. «Sono grato a tutti per questa iniziativa che per me vuole dire tantissimo – sottolinea, prima di lanciare un invito ai presenti a incamminarsi in silenzio – sul sentiero voglio seguire la storia della mia famiglia». Davanti alla telecamera poi aggiunge qualcosa in più, ripensando alla vicenda che vide protagonista la madre che transitò di qui senza fortuna, venendo respinta alla frontiera, l’8 dicembre del 1943: «È un’emozione profondissima perché mi consegna il testimone del passaggio del suo percorso verso la Svizzera, verso la fuga e il respingimento e l’inizio di questa spaventosa tragedia di famiglia. Spero di essere in grado di portare la mia testimonianza in modo che in un futuro la memoria per i giovani rimanga come un punto di partenza, un monito e un insegnamento».


Sentiero del Silenzio

Milena Rizzo di Amo ha spiegato il perché della scelta del nome del sentiero. «Bisognava percorrere questi sentieri in silenzio per non farsi sentire e non essere trovati dalla milizia nazista». Quindi gli interventi dei sindaci, a partire dalla padrona di casa Emanuela Quintiglio di Viggiù. «È veramente fondamentale questo ricordo, in senso positivo per le persone che hanno aiutato ma anche purtroppo per quello che è successo, perché non possiamo dimenticare: quindi grazie agli Amici del Monte Orsa». Maurizio Zanuso, primo cittadino di Saltrio, ha fatto suo il richiamo di Alberto Belli Paci. «Facciamo in modo che questo sia un cammino del silenzio, un cammino della memoria per ciascuno di noi». Infine Giuseppe Galli di Clivio. «Mi associo a quello che hanno detto i colleghi: non siamo parte del territorio del Monte Orsa, ma anche Clivio c’è sempre».

Neve sul sentiero verso il confine con la Svizzera

In cammino verso la Svizzera

Pochi interventi veloci e poi subito in marcia, con la partenza puntuali alle ore 9, non appena tagliato il nastro simbolico per inaugurare il percorso (nella foto sotto). Circa 4 chilometri la lunghezza del sentiero che dal centro storico di Viggiù sale rapidamente verso i boschi che raggiungono Saltrio, con la big bench a 750 metri di quota come meta finale, dopo 1 ora e 40 di cammino per un dislivello positivo di 310 metri. Lungo il percorso si susseguono delle colonnine con dei qr code che rimandano al sito degli Amici del Monte Orsa, tramite cui si può ascoltare il racconto di Liliana Segre sull’esperienza.


Inaugurazione nella neve

Lungo la salita la pioggia si è trasformata in neve, tanto che a chiusura della mattinata si è svolta sotto la coltre bianca l’inaugurazione dell’installazione posta in cima al sentiero che rappresenta una dogana, con ai piedi la scritta 8 dicembre 1943. Rappresentate anche delle impronte, che ricorrono anche nel logo del sentiero e simboleggiano il passaggio della Segre e del padre. Quindi a completare l’installazione le due valigie che portarono con sè durante il tentativo di fuga.

Foto di gruppo davanti all’installazione in cima al sentiero che raffigura una dogana

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