VERGIATE – «Per colpa dell’inadempienza dei privati, Sesona ne paga le conseguenze. L’amministrazione comunale ora farà tutto ciò che la legge permette per spingere queste persone a trovare una soluzione. Senza pena». Il sindaco Daniele Parrino è un fiume in piena. Oltre un anno dopo l’incendio sul tetto di un edificio in via Treves, il primo cittadino è stato costretto a far chiudere nuovamente il principale collegamento fra Vergiate e la frazione (in alto, la foto di febbraio 2022). Con tutti i disagi che ne derivano. Sono stati i vigili del fuoco a suggerirlo, dopo il sopralluogo che ieri – 3 aprile – ha portato a indicare l’instabilità dell’immobile.
I privati «inadempienti»
Parrino non ci sta. E si sfoga contro i privati che nel corso di quest’anno avrebbero dovuto attivarsi per mettere in sicurezza l’immobile. «Noi siamo intervenuti anche oltre le nostre competenze, abbiamo invitato in Comune i proprietari dell’immobile per aiutarli a trovare una soluzione, visto che continuavano a litigare tra di loro rimbalzandosi le responsabilità. E abbiamo anche fatto mettere un telo sul tetto, in attesa che i privati trovassero una volta per tutte un accordo tra loro per iniziare coi lavori necessari». Telo che, col tempo, «ovviamente ha cominciato a lacerarsi». Il risultato? «Uno dei privati, invece di intervenire o chiamare in Comune, ha contattato i vigili del fuoco. Che hanno definito instabile l’edificio, a causa del tetto».
Il sindaco non ci sta
Vien da sé che il suggerimento degli operatori è stato di chiudere via Treves. «Di fronte a una questione di sicurezza, chiaramente siamo costretti a seguire le direttive», dice Parrino. Ma lo sfogo è inevitabile: «Tutti sappiano che è una conseguenza all’inadempienza dei privati. Che in questo anno e mezzo non hanno fatto nulla per mettere in sicurezza l’immobile. E oggi i residenti a Sesona sono costretti a sopportare di nuovo questo disagio». E garantisce che «l’amministrazione comunale farà il possibile, nel limite di tutto ciò che consente la legge, perché i proprietari si attivino». A partire da «un’ordinanza che obbliga a mettere in sicurezza la struttura entro cinque giorni». Nel frattempo viene suggerito l’utilizzo della strada bianca di via Mairate.