Report non accusa Varese, ma una certa politica che Colombo conosce bene

sesto caielli colombo report

In politica vale tutto? Non credo.

Per esempio non vale far credere che il servizio di Report, che ha raccontato aspetti inquietanti della politica nella nostra Provincia e in Regione Lombardia metta in cattiva luce la Provincia di Varese, che poco o nulla c’entra con le vicende documentate dal servizio, che riguardano alcuni (per fortuna pochi) personaggi ben noti, indicati con nome e cognome e chiamati in causa da uno di essi e da diverse inchieste.

Non è con Report che deve prendersela il signor Colombo, consigliere regionale della Lega e già Sindaco di Sesto, ma semmai con il suo amico Nino Caianiello di Gallarate, che ha raccontato cose inquietanti, come i rapporti con la ‘ndrangheta di Lonate Pozzolo per ottenerne il sostegno elettorale oppure con altri suoi colleghi come quel parlamentare della Lega che manda messaggi pieni di insulti contro un Sindaco reo di non essere allineato. Questo abbiamo visto in TV.

Ma capisco che Colombo provi a cambiare il tema della discussione dal momento che proprio lui nel penultimo consiglio Comunale ha difeso con foga, quasi con rabbia, la figura di Caianiello (“innocente fino al terzo grado di giudizio”) arrivando addirittura a paragonare il politico di Gallarate al nostro concittadino Giuseppe Orsi, riconosciuto innocente dopo una sfortunata vicenda giudiziaria di tutt’altro genere.

Colombo spiegò a noi Consiglieri, allibiti dalle sue parole, che Caianiello per ora è innocente (ma dimenticava che c’è già una condanna per corruzione) riservandogli il simpatico termine di “monello”, definizione attribuita anche al cronista della Prealpina che aveva anticipato (azzeccandolo) il nome del candidato leghista alla carica di Presidente del Consiglio.

Quello che Colombo non spiegò, e non spiega nemmeno in questo articolo, è il motivo per cui un personaggio della politica provinciale, che in teoria (in teoria?) non avrebbe a che fare con le elezioni comunali di Sesto, è stato sempre presente ai passaggi cruciali della definizione della lista e del candidato Sindaco della Lega delle Liberta dal 2009 al 2019.

Un mio amico in questi giorni mi ha fatto notare l’unica lista, delle tre presenti in Consiglio, che non ha il nome di Sesto nel proprio simbolo, ma in compenso reca i simboli di partito. Quella lista è la Lega delle Libertà.

Non sarò certo io a parlare contro i partiti, di cui conosco bene il valore COSTITUZIONALE e che frequento da vicino dai miei vent’anni. Ne conosco meriti e difetti, ma sono l’unico modo conosciuto di partecipare alla vita politica NAZIONALE in modo pubblico.

Tuttavia l’osservazione del mio amico impone una riflessione, come chiedersi almeno in che modo i partiti entrano nella politica LOCALE.

In quel Consiglio Comunale Colombo si arrabbiò, perchè, nel ricordare la presenza sestese di Nino Caianiello, lo avevo definito “il più famoso distributore di incarichi politici della Provincia”. Definizione nemmeno tanto originale dato che stava su tutti i giornali. Tanto bastò a provocare le ire di Colombo che però non seppe rispondere, salvo la gaffe incredibile di chiamare in causa una persona per bene che nulla c’entrava.

Colombo ha tutto il diritto di difendere i suoi amici di partito e non, ma la sua difesa sarebbe più efficace se sorretta da argomenti concreti, non dal cercare una indistinta difesa di tutta la Provincia di Varese.

Nella nostra Provincia ci sono 138 Comuni: 138 sindaci e migliaia di consiglieri comunali ed è ben chiaro che la stragrande maggioranza di essi è fatta da persone oneste e interessate solo al bene comune. Non era certo di loro che parlava Report.

Se Colombo non ne è convinto riascolti bene le due puntate del 19 e del 26 ottobre. Poi ne riparliamo.

Roberto Caielli
(consigliere comunale di Insieme per Sesto)

«La provincia di Varese non è quella che narrate»: Colombo (Lega) sfida Report

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