Sicurezza sul lavoro, in provincia di Varese resta stabile il numero degli infortuni

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VARESE – Il numero degli infortuni sul lavoro in provincia di Varese non cala. Gli ultimi dati disponibili, relativi al 2022, restituiscono infatti una situazione in linea con i dati pre-Covid. Stabile anche il numero degli incidenti mortali registrati in provincia. I dati – qui il report completo – sono stati diffusi in occasione del convegno dal titolo “La sicurezza sul lavoro in provincia di Varese: infortuni e best practice” che si è svolto stamattina, giovedì 18 aprile, in Camera di Commercio (nel video qui sotto).


Come nel pre-Covid

L’iniziativa odierna è stata promossa dalla Prefettura nell’ambito della “Rete Provinciale Sicurezza sul Lavoro Varese” avviata nel 2022 su impulso del prefetto Salvatore Pasquariello. Dopo i saluti istituzionali si è entrati nel vivo proprio con i numeri, che hanno consentito un aggiornamento rispetto al precedente incontro che si era svolto sul tema. Il periodo analizzato dall’indagine è quello che va dal 2018 al 2022, consentendo quindi di fare un’analisi del pre e post pandemia. Dopo il picco del 2020, legato al riconoscimento dei casi Covid contratti in azienda come infortuni sul lavoro, si è registrata una discesa nel 2021, dovuta alla lenta ripresa delle attività produttive e alle limitazioni in essere. Quindi un sostanziale rientro verso i valori pre pandemia nell’ultimo anno oggetto di analisi: gli infortuni definiti positivamente nel 2022 (6.765) si attestano infatti su un valore analogo a quello del 2019 (6.797).

L’identikit dell’infortunato

Ecco poi il focus sui dati anagrafici degli infortunati, prendendo come riferimento il 2022: si registra una percentuale del 64,4% di maschi e 35,6% di femmine. Le classi d’età più rappresentate sono 45-59 anni (42,5%) e 30-44 (29,8%). La nazionalità degli infortunati è prioritariamente italiana (79,7%), a seguire quella extra-europea (17,6%) ed europea (2,7%). Quindi la tipologia di lavoratore: nell’85,8% si tratta di dipendenti. Seguono interinali, autonomi, apprendisti e studenti tirocinanti. Per quanto riguarda il settore macroeconomico più di un infortunio su due (il 52%) riguarda i servizi (con in cima sanità e trasporto e magazzinaggio). Seguono attività manifatturiere, commercio e settore edile. Nell’84,2% dei casi l’infortunio avviene in occasione di lavoro, nel 15,8% invece in itinere.

Mortali stabili

Nell’anno 2022 gli infortuni definiti positivamente nella provincia di Varese in assenza di menomazioni ammontano a 4.946 (85%), quelli con postumi permanenti sono 871 (15%) e gli infortuni mortali sono 7 (0,1%). Considerando una media di 252 giorni lavorativi nel Varesotto ci sono stati 3,5 infortuni sul lavoro al giorno che hanno causato postumi permanenti. La mano è la parte del corpo più lesionata (nel 20,5% dei casi). Per quanto riguarda i mortali il numero di 7 casi è in linea con l’andamento deglii anni precedenti (7 nel 2018, 10 nel 2019, 6 nel 2020 e 7 nel 2021).

Le buone pratiche

Al centro della mattinata oltre ai dati anche le “best practice”, ovvero le buone pratiche che alcune aziende del territorio stanno sperimentando per cercare di prevenire gli infortuni sul lavoro. Si spazia da attività di analisi e prevenzione alla raccolta di spunti e proposte da parte dei dipendenti fino alla patente a punti per chi si occupa di sicurezza. Tra le testimonianze quella di Alessandro Cattaneo, health safety and environment manager della divisione Elicotteri di Leonardo, che ha parlato degli Hse Alert, comunicazioni condivise tra tutti gli stabilimenti della divisione, che analizzano eventi come incidenti, quasi incidenti, infortuni, medicazioni, azioni o situazioni pericolose. Le azioni correttive adottate a seguito di ciascun evento possono essere riproposte per simili situazioni in altri siti con l’obiettivo di prevenire futuri eventi indesiderati. «Il tema purtroppo è attuale – commenta il presidente della Camera di Commercio Mauro Vitiello – vogliamo sensibilizzare le aziende del territorio e i loro collaboratori. Attraverso la formazione si può far sì che questi numeri si avvicinino allo zero. È un dovere morale e professionale che abbiamo».

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