Mensa dei poveri, Cassani: «Contro di me solo illazioni e nessuna prova»

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GALLARATE – «Non vi è nessuna prova di un mio coinvolgimento. E non potrebbe essere altrimenti». Rompe il silenzio il sindaco di Gallarate Andrea Cassani (Lega). E’ evidente che si aspettasse l’archiviazione, e invece il suo nome compare nell’avviso di conclusione delle indagini “Mensa dei poveri”. In base alle accuse mosse in fase di interrogatorio da Alberto Bilardo, finito in carcere a maggio 2019  insieme ad alcuni dei più influenti esponenti di Forza Italia della provincia di Varese, i pm di Milano gli contestano la turbativa d’asta, un’ipotesi di reato per cui, molto presto, la magistratura potrebbe chiedere il rinvio a giudizio.
Le accuse di Bilardo vengono definite da Cassani «illazioni», senza alcun valore probatorio, rese secondo lui soltanto per riacquistare al più presto la libertà: «Chi viene messo in carcere, pur di provare a uscirne, è indotto a dire qualsiasi cosa pur di provare a modificare la propria posizione».

Sono estraneo al malaffare

Negli ultimi otto giorni Cassani non ha voluto parlare e si è concentrato a leggere gli atti a sua disposizione. Che lo convincono ancora di più – sebbene non ce ne fosse bisogno – a dimostrare fino in fondo la propria estraneità al malaffare che per anni ha inquinato la politica di Gallarate (e non solo) sotto la regia di Nino Caianiello. Nel frattempo, sotto l’aspetto politico,il primo cittadino gallaratese ha incassato per l’ennesima volta la fiducia della sua maggioranza (Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia) davanti alla richiesta di dimissioni proveniente dalle opposizioni.

Di seguito la nota integrale diffusa oggi 13 giugno dal sindaco Cassani:

Finalmente tra ieri e oggi, io e il mio avvocato Cesare Cicorella, abbiamo letto gli atti ed essi dimostrano solo ciò che ripeto da mesi: non vi è nessuna prova di un mio coinvolgimento. E non potrebbe essere altrimenti, essendo il sottoscritto assolutamente estraneo alle due turbative. Estraneo proprio come emerge da oltre due anni di minuziose e sofisticate indagini condotte dalla DDA e ora tirato in ballo solo in virtù di calunnie.

Ci sono illazioni, senza alcun valore probatorio, di persone che hanno fatto dichiarazioni perché nel momento in cui le hanno rese, stavano vivendo situazioni stressanti e hanno evidentemente ritenuto di confondere un po’ le acque. Cercando di coinvolgere in questo “minestrone” quante più persone potessero mettere. Ciò mi fa ovviamente indignare, ma posso umanamente comprendere che chi viene messo in carcere, pur di provare a uscirne, è indotto a dire qualsiasi cosa pur di provare a modificare la propria posizione.

Se si leggono e analizzano i verbali, alcuni indagati nei vari interrogatori a cui sono stati sottoposti, forniscono versioni antitetiche con le loro precedenti dichiarazioni e ovviamente in tutte le varie testimonianze rese nei confronti del sottoscritto nessuno parla mai di fatti appresi direttamente o per certo, ma sono solamente affermazioni riferite da terze persone e supposizioni.

Tutte dichiarazioni contrastanti in modo intrinseco ed estrinseco che non fanno altro che dimostrare l’inconsistenza delle accuse.

Se a ciò assommiamo l’illogicità di tali imputazioni a fronte delle mie condotte (che risultano dalle carte, dalle cronache e dalle intercettazioni), è evidente come qualcuno abbia provato a coinvolgermi impropriamente.

Da quello che abbiamo letto appare evidente come il Magistrato non possa giudicare e demandi al Giudice le valutazioni su quanto contenuto negli atti.

Non avendo nulla da temere non ho preoccupazioni e nei prossimi giorni valuterò con il mio avvocato come muovermi per dimostrare la mia assoluta estraneità a queste vicende.

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