Smart working e settimana corta cambiano la società. E le nostre città

bottini lavoro società
Settimana lavorativa di soli quattro giorni? I pro e i contro

di Gian Franco Bottini

Alla fine del 1700 nel Bustese , nel Gallaratese e nella Valle , migliaia di persone alternavano  il lavoro nei campi con quello su centinaia di telai che, distribuiti nelle case , battevano incessantemente il loro ritmo nella stessa unica stanza dove la famiglia si riuniva, mangiava e, quasi sempre, ci dormiva. “Mutatis mutandis” si potrebbe dire che, con più di un secolo e mezzo di anticipo, i nostri antenati già praticavano lo “smart working”(S.W.) o, se volessimo non far dispetto con questo inglesismo  all’autarchico onorevole Rampelli, facevano “casa e bottega”.

Lavorare a distanza oggi è evidentemente consentito da situazioni logistiche e tecnologiche incomparabili con quelle di allora, ma alcuni elementi sono rimasti costanti: unicità del luogo di vita e di lavoro, misurazione del lavoro sui risultati prodotti ( cottimo?), mescolanza dei tempi lavorativi con quelli della vita privata.

bottini lavoro società
Gian Franco Bottini

Tre anni fa, in tempo di covid, avemmo modo di scrivere di S.W. e fummo buoni profeti prevedendo che quello che sembrava un rimedio di emergenza sarebbe facilmente diventato una nuova organizzazione del lavoro. Laddove esso è possibile, i vantaggi economici e sociali, per i lavoratori e per i datori , sono evidenti e facilmente identificabili; attendono solo una regolamentazione più solida. Quelle che invece sono  le ricadute  più generali e di sistema, cominciano solo ora ad essere prese in considerazione, sia nei loro impatti economici sia in quelli sociali e a nostro parere, per ambo gli aspetti, esse saranno per nulla secondarie. Per chi è interessato ci permettiamo di suggerire la (ri)lettura di quanto ipotizzavamo tre anni fa, che trova molte conferme in quanto poi avvenuto.

In questi giorni, in tema di organizzazione del lavoro, sta inoltre cominciando ad emergere un nuovo argomento: la settimana di quattro giorni. Un tema che in Italia si ha l’impressione essere ancora a scarsi livelli di approfondimento ma che incontrerà, in prima battuta, le difficoltà dello scioglimento del nodo “ore lavoro-retribuzione” in un contesto nel quale è universalmente riconosciuta la necessità di rivedere il livello dei nostri stipendi, che si collocano agli ultimi posti di una classifica continentale. Avendo altresì sempre presente che la redditività delle nostre aziende non è un dato che interessa unicamente gli azionisti delle aziende stesse ma che è fondamentale e condizionante per lo sviluppo di tutta la nostra economia.

Robot, digitalizzazione, intelligenza artificiale  e lo stesso Smart Working, stanno incalzando e trasformando l’organizzazione del lavoro facendo prevedere cambiamenti epocali, meno difficili da immaginare quanto da  assorbire, con tempestivi provvedimenti di sistema. Pensiamo di non essere lontani dal vero se riteniamo che sia in atto un mutamento della collocazione del “lavoro” nella catena dei valori e che, soprattutto nelle generazioni più verdi (quelle dei social), sulla bilancia decisionale abbiano aumentato il loro peso il “tempo libero” e il fascino delle nuove professioni (tipo influencer!) rispetto allo”stipendio fisso”( frutto direttamente conseguente ad un impegno lavorativo con regole più stringenti ed impegnative). Un indirizzo, questo, difficile per noi da comprovare in queste poche righe ma che, se preso per buono, aiuterebbe a dare una motivazione, oltre che al largo numero di posti di lavoro tradizionale non coperti, anche al calo dei nuovi nuclei familiari e conseguentemente delle nascite;  fenomeni, questi, con delle conseguenze economiche e sociali per le quali si trova ampia preoccupazione in molti interventi anche di questi giorni.

In parole povere, se il “lavoro” (dalle nostre parti il mitico “ lauà”) ha sempre recitato un ruolo prioritario e trainante nell’organizzazione di vita delle persone, S.W. e “settimana corta” potrebbero ridimensionare questo ruolo, creando nuove necessità sociali che inevitabilmente ricadrebbero sulle incombenze e sui costi a carico delle Comunità. S.W. e “settimana corta” sono simboli di un’epoca di forti mutamenti, che spesso possono dare l’impressione di portare le cose fuori controllo anche se la storia ci insegna che questi sono proprio i momenti per altrettanto forti opportunità.

Solo per fare un esempio:  l’identificazione di un unico luogo di lavoro e di vita e l’aumento dei tempi liberi, potranno influire a rendere più appetibile la residenzialità in città come le nostre, rispetto alla onerosità  in termini economici e alla qualità della vita in termini sociali, della grande metropoli milanese. Lo sviluppo delle più  importanti aree metropolitane europee ne sono un verificabile esempio. Busto, Gallarate, Legnano ( con un sempre maggiore sviluppo del trasporto pubblico) potrebbero essere fra le maggiori candidate a trarne dei vantaggi, sempre che, al di là dei facili slogan (“Il bello di vivere a….!”), esse  riescano ad esprimere una concreta progettualità di impianti e servizi che diano alle promesse un verificabile e convincente riscontro.

bottini lavoro società – MALPENSA24