Gettoni di presenza a Somma, di nuovo bagarre Barcaro-Locurcio

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SOMMA LOMBARDO – «Se si vuole rispetto, si dà rispetto. Ma quell’atteggiamento non ci è piaciuto. Attendo, eventualmente, di andare a difendermi nelle sedi opportune». Alberto Barcaro, capogruppo della Lega a Somma Lombardo, di nuovo alla carica. Gli 83,96 euro erroneamente corrisposti al presidente del consiglio comunale per la partecipazione a quattro Commissioni consigliari tornano a essere motivo di botta e risposta in aula. La replica di Gerardo Locurcio: «Se lei sapeva chi aveva fatto l’errore – ha detto il presidente – e io non ne ero a conoscenza, si poteva evitare questo atteggiamento da circo». Non sono i soldi a far discutere, fattore ormai superato. Ma le parole al veleno che i due si sono lanciati tra consigli comunali (senza contradditorio) e stampa.

La vicenda

È di nuovo polemica. Il 30 novembre c’è stato spazio anche per gli sfoghi personali. Strascichi del caso sollevato da Barcaro per i quattro gettoni di presenza alle Commissioni consigliari del secondo trimestre 2002 liquidati al presidente per aver partecipato alle riunioni come rappresentante della propria lista, Somma al Centro. Replica piccata di Locurcio (Un uso «becero» della politica. Un «deprimente scoop, che dimostra la pochezza della proposta amministrativa del soggetto», aveva detto) e contrattacco del leghistadice menzogne in mia assenza»). Ora, l’ultimo scambio.

«Mi ha dato fastidio»

«Nessuno voleva mettere in cattiva luce la sua figura limpida e trasparente al cospetto della cittadinanza intera», la stoccata di Barcaro. «Ma esser accusato da lei (Locurcio, ndr) con quelle frasi, velate e non, mi ha dato fastidio. Se avessi voluto fare uno scoop di becera politica, come è stato definito, lo avrei fatto il giorno dopo il consiglio comunale». E ancora: «Se si recupera a un errore, che può succedere, a noi non viene in tasca nulla fare becera politica. Attendo, eventualmente, di andare a difendermi nelle sedi opportune. Sono convinto di non aver detto e fatto nulla».

Errore o fatto politico?

Di contro, Locurcio: «Ho scoperto quanto c’era da chiarire qui, in aula. Non sapevo nemmeno mi fossero stati accreditati quei soldi», ha ricordato. «Questo comportamento non rispetta la persona. Ed è ciò che mi ha fatto più specie». La questione ruota intorno alle modalità di segnalazione, quindi: «Se lei (Barcaro, ndr) sapeva chi aveva fatto l’errore, si poteva evitare questo atteggiamento da circo in consiglio. Non si può parlare male o portare una persona a fare una brutta figura, se non ha nessuna colpa. Correttezza voleva che prima si andasse a verificare lo sbaglio». Spazio anche al sindaco Stefano Bellaria. L’affondo: «Fare segnalazioni e accessi agli atti per consentire di rimediare agli errori è legittimo, se quello è l’intento. Se poi si trasforma in un’interrogazione, diventa un fatto pubblico e politico. Che è, anche in questo caso, legittimo. Ma non si può far finta che non sia così».

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