Somma, a Spes serve un piano. Brovelli: «Non basta vendere farmaci per fatturare»

SOMMA LOMBARDO – «La questione importante, adesso, è capire cosa farà Spes». Legittimo chiederselo. Ed è proprio ciò che ha sottolineato il capogruppo di Sinistra per Somma, Claudio Brovelli. In consiglio comunale, lo scorso 15 dicembre, erano presenti i vertici della municipalizzata del Comune per presentare il bilancio del 2020 e l’andamento del 2021. I dati parlano chiaro: lo scorso anno è stato segnato in rosso, soprattutto a causa della pandemia, con un risultato di -452mila euro sui conti. Ora, invece, si incrociano le dita e si spera di chiudere in pari a fine 2021. Fin qui, tutto chiaro. Ma poi? In aula, alcuni esponenti della maggioranza hanno evidenziato l’importanza di programmare i prossimi passi. Sperando che, in futuro, si possa essere al riparo da eventuali perdite.

Più servizi

Una delle cause principali della perdita del 2020 è stata la chiusura – ancora in corso – della farmacia al terminal 2 di Malpensa. Quello che è stato definito «il polmone economico e finanziario di Spes» dal presidente Roberto Campari.
La maggioranza ora si interroga. Le serrande abbassate «ci hanno messo in fortissima difficoltà», ha ricordato Brovelli in consiglio. «Sono venuti a mancare almeno 300mila euro di margine di guadagno, che sono quelli che il Comune ha dovuto coprire». La speranza è che il punto vendita in aeroporto riapra, certo. «Ma bisogna muoversi, soprattutto, per garantire che il fatturato delle tre farmacie si consolidi ulteriormente e renda sempre più servizi». Sì, perché «la sensazione è che la vendita dei farmaci non basti: vediamo di concentrare l’attenzione sui dati macro-economici, poi discuteremo sul resto».

Le azioni per supportare Spes

Simili le osservazioni anche dagli alleati del Pd, già in passato critici su Spes. A partire da Giacomo Pedrinazzi: «La riapertura della farmacia in aeroporto è prevista per il 2025». Finora il servizio tamponi di Spes ha aiutato a garantire delle entrate, una «mossa apprezzabile», ha detto. «Ma è un servizio che potrà venir meno più avanti, quindi è necessario pensare a qualcosa che aiuti a contenere i cali. E poi bisogna capire come agire sulla farmacia, che rispetto alla città non si limitava alla vendita di medicinali ma poteva contare anche su altri prodotti che consentivano un maggiore incremento dei guadagni». Sulla stessa linea Manolo Casagrande: «Il pareggio del bilancio nel 2021 è anche frutto dell’intervento dell’amministrazione, che ha parzialmente tamponato alcune passività operative». In quest’ottica, «la politica cittadina ha il dovere di dare supporto a Spes, attraverso strumenti che possano migliorare il quadro economico». Azioni di «tipo gestionali, per sostenere la revisione sui flussi finanziari della società». Oppure di carattere «economico, per dare la possibilità di intervenire su alcuni introiti legati a particolari servizi». Ma anche in termini «espansivi, con la possibilità di ampliare quelle aree di business che potrebbero avere un ruolo di supporto economico». O, in alternativa, «ipotizzare di togliere i servizi a marginalità negativa».

I guadagni

Il sindaco Stefano Bellaria ha quindi provato a offrire un quadro della situazione: «In realtà, se si guardano i bilanci, un intervento è stato fatto sulla riduzione dei costi». Se Spes avesse solo farmacie, non sarebbe stata in difficoltà neanche durante la pandemia. Quando è stata creata la società, l’amministrazione ha assegnato anche due servizi che non compensano al 100% i costi con le tariffe». Ovvero gli impianti sportivi e al cimitero. E questo significa garantire – sia per l’acquisto dei loculi, che per l’uso delle palestre – tariffe basse. E quindi acquistare al cimitero quando serve e utilizzare gli impianti senza che le società sportive abbiano costi eccessivi». Ma vuol dire anche che «fino a quando le farmacie andavano bene, l’utile compensava la perdita nei due servizi». Se chiude il servizio che ha un margine operativo, in percentuale, più alto, «allora è chiaro che diventa un problema. Perché sono almeno 300mila euro in più, netti, che mancano. E se quest’anno ci fossero state quel tipo di risorse, senza il contributo del Comune, Spes avrebbe chiuso in pareggio o con un leggero utile».

Somma, tracollo Spes nel 2020: -452mila euro. «Ma il 2021 chiudiamo in pari»

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