Ucraina, bufera politica a Busto. PD: «Sulla Russia silenzio assordante». Lista Antonelli: «No polemiche»

BUSTO ARSIZIO – Sulle mozioni all’Ucraina è bufera politica. Fa discutere la mancata condivisione della condanna dell’aggressione russa, nella seduta congiunta di commissione che era stata preceduta dal saluto del parroco-eroe don Giuseppe Tedesco con due dei bambini ucraini salvati dalle bombe di Putin. PD e Popolo Riforme e Libertà attaccano le divisioni della maggioranza, mentre la Lista Antonelli, che “ospita” anche la posizione di Matteo Sabba, definita «simil-negazionista» dal segretario Dem Paolo Pedotti, prova a disinnescare la polemica parlando di «sensibilità personali e invocando una «mozione unitaria contro tutte le guerre».

Lista Antonelli: «No alle polemiche»

Il coordinatore della Lista civica Antonelli Sindaco, Francesco Iadonisi, rispolvera la sua antica, e mai rinnegata, appartenenza democristiana per provare a rimettere in carreggiata la questione con una discreta dose di equilibrismo. «Non capisco la polemica – afferma – noi siamo contrari a tutte le guerre e ad ogni tipo di crimine attualmente in essere, altrimenti discrimineremmo le vittime degli altri conflitti. Non diventiamo pacifisti solo se la guerra è alle porte dell’Europa». Il punto però, a Busto, è la condanna di Putin: «Io condanno l’aggressione della Russia sull’Ucraina come tutte le altre aggressioni in atto nel mondo, senza distinzioni perché crediamo che sia contro i nostri valori – chiarisce Iadonisi – se c’è qualche sensibilità diversa, parla a titolo personale, pur essendo sulla nostra linea di contrarietà ad ogni tipo di violenza». Riferimento alla posizione di Matteo Sabba: «La nostra è una lista civica che non ha un pensiero unico ma sfumature diverse, nelle quali si apre un confronto che è fonte di miglioramento». Ecco perché il coordinatore degli “Antonelliani” auspica che «si arrivi ad una mozione unitaria, pensando in primis all’emergenza di queste povere anime. Se qualcuno pensa a mettere le bandierine, noi non ce la sentiamo».

Il PD alla maggioranza: «Accoglienti sì, solidali no»

Il PD non ci sta. Con una nota a firma del segretario cittadino Paolo Pedotti, accusa i gruppi di maggioranza di «strumentalizzazione politica delle mozioni che strumentali non erano e non intendono essere», chiarendo che il documento presentato dai Dem subito dopo l’invasione dell’Ucraina puntava ad «un pronunciamento adeguato al ruolo istituzionale del nostro Comune». Pedotti stigmatizza anche il fatto che «insieme alle valutazioni “simil-negazioniste” sul ruolo della Russia in questo conflitto, alcuni consiglieri della destra ne abbiano approfittato per criticare aspramente l’operato del Governo Draghi, dell’Italia intera e delle istituzioni internazionali in questa nuova emergenza. Si sono dimostrati indifferenti al loro ruolo istituzionale, disattenti ed impreparati». Il segretario del PD rinfaccia alla maggioranza, che è «bloccata da divisioni interne», un «silenzio, alquanto assordante, sull’espressione della più alta forma di solidarietà nei confronti della popolazione ucraina che
fugge dalla guerra provocata proprio da quella Russia che alcuni proprio non vogliono condannare».

Farioli: «Non si può condannare un’aggressione violenta?»

«Stendiamo un pietoso velo» commenta l’ex sindaco Gigi Farioli, capogruppo e primo firmatario della mozione di Popolo Riforme e Libertà, che si è impegnato a presentare una nuova versione del documento “aggiornata” in particolare sulla parte dell’accoglienza. «C’è chi afferma che il consiglio non può condannare una aggressione violenta e crudele contro ogni principio non solo di umanità ma anche di diritto internazionale perché significa fare politica. Ma cosa è un consiglio comunale se non la più sacra assemblea politica di una Città, per di più, medaglia al valore? Con tutto il rispetto per le bocciofile e le assemblee di condominio, fare politica e assumere responsabilità politiche è il primo dovere di un consiglio comunale».

Italia Viva: «Non si arretri sulla condanna»

Il co-coordinatore di Italia Viva Davide Boniotti definisce «imbarazzante» quanto successo in commissione a Palazzo Gilardoni. «Una condanna alla guerra non si può vincolare a delle ideologie, perché è innegabile che sia stata violata la sacralità di uno Stato sovrano. Credo che la minoranza non debba modificare la mozione del nostro capogruppo Gigi Farioli solo per andare incontro all’unanimità. La parte sulla condanna non deve cambiare, perché non si può condannare la guerra senza condannare chi la sta facendo, trovando addirittura qualche giustificazione per qualcosa che rimane ingiustificabile, ovvero un’aggressione armata» Per Boniotti le scene viste in aula «mettono in cattiva luce l’impegno concreto posto in essere grazie all’assessore Reguzzoni per l’accoglienza ai rifugiati, lodevole come la proposta di utilizzo della colonia dell’Aprica. Non si capisce oltretutto come da una parte si tenda la mano poi su una questione morale si voglia tenere un’altra posizione».

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