Summit dei sindaci del Varesotto: «Insieme per non perdere i soldi del Pnrr»

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VARESE – Andare oltre il proprio orticello, grande o piccolo che sia. Dalla riunione dei sindaci sul tema del Pnrr, e su come cogliere occasioni e denari per rilanciare il territorio comunale e provinciale, emergono da un lato la volontà di mettere a sistema le forze e le capacità ma dall’altro anche i timori di non riuscire a cogliere le tante opportunità, alcune delle quali già sul tavolo e altre che verranno messe nei prossimi mesi.

Fare sistema

Fare sistema. E’ questo uno dei messaggi più forti che sono emersi nell’incontro online di un gruppo di primi cittadini. L’iniziativa bipartisan è partita d’intesa da Varese e Busto, con una lettera firmata da Davide Galimberti ed Emanuele Antonelli (che è anche presidente della Provincia di Varese). Lettera nella quale, in soldoni, si invitavano i sindaci di Gallarate, Castellanza, Cardano al Campo, Caronno Pertusella, Cassano Magnago, Luino, Malnate, Samarate, Saronno, Somma Lombardo e Tradate a un incontro, che si è tenuto oggi (martedì 18 gennaio) e dal quale è emersa, come si legge anche nella nota ufficiale, «una grande sintonia sulla necessità di fare rete e di collaborare per non perdere un’occasione unica. Fondamentale sarà la condivisione di tutte le informazioni necessarie per mettere gli uffici in condizione di attivare le procedure amministrative e informatiche in maniera corretta per poi procedere con le progettazioni».

Chi tira le fila?

Toccherà a Emanuele Antonelli, sindaco di Busto, ma anche presidente della Provincia il compito di fare sintesi tra le proposte, alcune delle quali sono emerse durante l’incontro. Già nei prossimi giorni i Comuni predisporranno l’elenco delle tematiche a cui sono più interessati, o su cui stanno già lavorando, evidenziando eventualmente anche progettualità di interesse sovraccomunale. Da qui si creeranno i tavoli di lavoro operativi in cui si metteranno a fattore comune conoscenze ed esperienze e si attiveranno collaborazioni soprattutto per la gestione delle procedure amministrative, attraverso lo strumento dell’accordo di programma e eventualmente con il ricorso a professionisti esterni che possano fungere da consulenti per i vari tavoli. Importante sarà anche il confronto con gli ordini professionali del territorio e non mancherà la collaborazione della Provincia di Varese, da sempre disponibile a offrire supporto ai Comuni in vari ambiti.

I problemi

E’ chiaro che, detta così, il piano di lavoro dovrebbe funzionare senza intoppi. Ma i sindaci sanno che tra il dire e il fare, quando si parla di progettazioni, bandi e fondi a disposizione, ci sono sempre di mezzo la burocrazia e i cavilli. Che a volte sono come i granelli di sabbia capaci di mandare in blocco anche il miglior ingranaggio: alcune di queste problematiche sono state messe in conto nella riunione odierna.

Le tempistiche, ad esempio, che in alcuni casi sono strettissime. Ci sono bandi del Pnrr già aperti e dedicati alle scuole. Sono divisi per temi; ma non tutti i Comuni sono pronti per parteciparvi. Il fattore tempo resta quindi uno degli elementi da tenere in considerazione.

Altra criticità è dettata dai limiti imposti da alcune progettualità riservate solo a Comuni con più di 15 mila abitanti. Ciò significa che alcune realtà del Varesotto rischiano di essere tagliate fuori. A meno che non stringano alleanze sulla base di territori omogenei e interessi comuni.

Bene i grandi e medi Comuni. Ma i piccoli?

L’incontro di questa mattina ha chiamato a raccolta i sindaci dei grandi e medi Comuni. Non i primi cittadini dei piccoli, che davvero rischiano di vedere trasformarsi in irraggiungibile chimera i fondi del Pnrr. Anche per motivi tecnici: nel senso che non tutti i municipi (soprattutto quelli piccoli, appunto) sono dotati di competenze tali da poter maneggiare una materia così vasta e complicata come il Piano Nazionale di ripresa e resilienza. Nel senso che da qui alle prossime settimane il flusso di pubblicazione bandi sarà elevato e il semplice “stargli dietro” piuttosto complicato. Insomma il rischio è quello di “naufragare” in mezzo a tantissime proposte senza riuscire ad afferrarne almeno una.

La sfida è però appena iniziata. E il fatto che i sindaci di Varese, Busto e Gallarate e Saronno in primis (senza dimenticare gli altri) abbiano dato un segnale di collaborazione è già un dato politico da registrare perché in controtendenza rispetto alla linea della stretta appartenenza di partito a cui ci hanno abituato. Ora non resta che attendere i primi risultati concreti. Perché se tutto il territorio provinciale, da qui ai prossimi cinque anni, avrà una rete di ciclopledonali sviluppata e interconnessa, una serie di edifici scolastici rinnovati, infrastrutture migliorate, un sistema di digitalizzazione avanzato nella pubblica amministrazione, progetti dedicati alla cultura (e ci fermiamo qui) significa che non saranno cambiate solo le nostre città, ma anche il modo di far politica.