Teatro contro la violenza sulle donne, al Manzoni di Busto il thriller “Barbablù 2.0”

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BUSTO ARSIZIO – «Ogni volta che ”Barbablù 2.0” va in scena sfonda la quarta parete ed è come se chi viene a vedere lo spettacolo fosse sul palco con noi. Diventa uno psicodramma collettivo, con un’emozione palpabile tra attori e platea; per noi, che lo viviamo, è come se lasciassimo lì un pezzetto di cuore». Quello che sabato 25 novembre alle 21 sarà rappresentato al Manzoni di Busto Arsizio è uno dei cavalli di battaglia della compagnia comasca Teatro in Mostra: «Ormai siamo a oltre trecento repliche – ha raccontato Laura Negretti, attrice e direttore – dei trenta giorni di questo mese (e su quattordici diversi titoli che abbiamo in distribuzione) ventidue sono occupati da sue date».

Porte chiuse e campanelli d’allarme

«Se anche una sola donna è riuscita a riconoscere i campanelli di allarme – del trovarsi con la persona sbagliata, nel posto sbagliato e con la relazione sbagliata – e se è riuscita ad aprire quella porta chiusa e a chiedere aiuto noi – così Negretti – saremo le persone più felici del mondo».
La favola archetipica narrata da Charles Perrault è stata modellata da Magdalena Barile nella forma di un thriller psicologico, con la protagonista che va alla ricerca di un colpevole di omicidio: «È stata ambientata ai giorni nostri, in una ricca provincia del Nord del nostro Paese, così da eliminare il luogo comune che vede le vittime di violenza solo in contesti degradati. Ci viene presentata una “happy family”, in cui il marito è un manager e la moglie ha scelto di fare la casalinga, che si rivela poi non così “happy”, e con strane dinamiche, puramente psicologiche. A poco a poco si scoprirà che lui ha già avuto delle mogli da altri matrimoni, di cui quella attuale è a conoscenza; si svilupperà una graduale distruzione psicologica della vittima, che si troverà disarmata di fronte al carnefice fino alle estreme conseguenze fisiche». Come ha osservato Negretti, «di solito alla fine di questo spettacolo molti del pubblico vogliono venire a incontrarci: dietro a tutti quegli abbracci e quelle lacrime, da parte di persone sconosciute, sembra di sentire tante porte chiuse».

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