Tensioni al Castello di Fagnano. Il sindaco vuole l’unanimità sul bilancio. O si va casa

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FAGNANO OLONA – “Non accetto ricatti politici. O l’unanimità della maggioranza o si va casa”. E’ più di un pensiero quello che da qualche giorno frulla in testa al sindaco Elena Catelli. Una frase, pare confidata a chi in questo tormentato inizio mandato le è vicino. Detta o lasciata intendere in vista del consiglio comunale di domani sera, giovedì 19 dicembre, quando nella sala del Castello approderanno, per l’approvazione, bilancio di previsione triennale e Documento unico di programmazione. Due documenti cruciali, distinti, ma indissolubilmente legati l’uno all’altro.

Pazza idea

Che Più Fagnano sia una polveriera ormai è sotto gli occhi di tutti. Lacerata da tensioni recenti e divisione antiche. Un gruppo che presenta vecchie ferite che, ad ogni passaggio amministrativo delicato, tornano a sanguinare. Da tempo nella maggioranza, infatti, e con protagonisti differenti, c’è in atto un tiro alla fune, che in svariate occasioni è stata lì sul punto da spezzarsi.

Eventualità che, per come si è arrivati a elaborare il documento finanziario, potrebbe anche verificarsi nel consiglio di domani. Dove, dentro alla maggioranza, si è creato un fronte compatto tra Lega e Fratelli d’Italia, che voterà con cieca fiducia un bilancio (anche se in cuor loro sanno che non è il massimo di quanto si sarebbe potuto fare) e dall’altro gli uomini di Forza Italia, titubanti, che da giorni si arrovellano sul da farsi e che, fino all’ultimo soppeseranno l’idea di una sonora bocciatura. Decisione clamorosa se andasse davvero in porto. Maturata in questi sei mesi di mandato sia per via dei limiti e delle pecche amministrative che, sostengono i forzisti, emergono dai conti di previsione (e non solo), sia per gli schiaffi e gli sberleffi (politici), ultimo in ordine di tempo il mancato arrivo dell’agente, che i berlusconiani lamentano di aver ricevuto all’interno della coalizione.

Mal di pancia e crampi allo stomaco

Insomma, dire che Forza Italia è la componente più scontenta è una mezza verità. E’ vero che gli azzurri sono quelli che hanno i crampi allo stomaco per una serie di situazioni, ma non si possono negare neppure i mal di pancia leghisti. Unica differenza è che i colonnelli berlusconiani sono quasi convinti che il vaso sia colmo. Il resto della maggioranza, invece, continua a restare aggrappata all’idea che occorra ancora qualche mese di tempo. E che, superata la buriana, Più Fagnano inizierà a veleggiare sicuro nel periglioso mare dell’amministrazione pubblica. «Quindi – dice più di un fedelissimo della Catelli – perché buttare tutto all’aria? E, sia chiaro, qualora dovesse accadere si vada a cercare la responsabilità altrove». Dove? «Non sul Carroccio. E nemmeno in Fratelli d’Italia».

Quando parla il sindaco?

A conferma che la tensione tra coloro che hanno in mano la barra delle Castello sia altissima c’è anche, dicono i ben informati, la richiesta (non accolta) del primo cittadino di mettere in coda all’ordine del giorno le comunicazioni del sindaco. Segno, racconta chi la sa lunga, che Elena Catelli qualcosa ha in mente. Solo che, prima di fare la mossa, vuole vedere le carte di chi a oggi continua a tenerle coperte: ovvero capire come andrà la votazione di bilancio e Dup.

Voto spacchettato

Forza Italia a Fagnano in questo momento è compatta come non lo è mai stato. Almeno sui principi del malcontento. Anche il presidente del consiglio Alessio Mannino e l’assessore Gabriele Moltrasi, i quali, seppur tra mille ambasce, pare che nella riunioni di partito abbiamo messo sul tavolo le loro perplessità sulla conduzione del gruppo di governo e su determinate scelte. Parole però che, quando il gioco si farà duro, potrebbero rimanere tali. In altri termini, se la decisione sarà quella di votare contro, non è detto che Mannino e Moltrasi obbediranno all’ordine di scuderia. Come non è detto il contrario, ovvero che i consiglieri Giacomo Navarra ed Elena Corio approveranno i documenti.

Il “taja e medega”

A quanto pare però Forza Italia concorda nel voler dare un segnale più che alla maggioranza alla sindaca. Che ai più suona come un ultimatum. Il problema resta come tradurre l’intenzione. Quel che è chiaro è che davanti a un voto contrario di Forza Italia la maggioranza non avrà più gambe per camminare e il centrodestra fagnanese non avrà più la faccia per ripresentarsi agli elettori. Per lo meno nell’attuale formazione. Ed è proprio su questo passaggio che tra i berlusconiani c’è chi si è dato un gran da fare per un “taja e medega” che ha prodotto l’ipotesi (ancora al vaglio) di dare il via libera al bilancio, ma imporre lo stop (o l’astensione, ma sono sottigliezze) sul Dup.

Cannoni o cerbottane

Tecnicismi politici che provocano allergia nei confronti della politica nei cittadini, utili solo a rinviare lo show down in Più Fagnano e a dilatare i malumori che, per com’è la situazione, possono solo aumentare. Ma la posta in gioco è altissima e quindi non è escluso che al posto degli annunciati cannoni in consiglio, i forzisti arrivino con una più innocua cerbottana, dalla quale esplodere o una machiavellica soluzione o una farisaica posizione. Che avrà il sapore di una bomba a scoppio ritardato. O rinviato. A dopo le feste, dove ancora una volta, all’orizzonte politico fagnanese, si staglia il famoso rimpasto.

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