Terziario in provincia di Varese: più assunzioni, ma aumenta il precariato

Da sinistra: il professor Minello e i referenti degli Enti bilaterali Castiglioni e D'Aquaro

VARESESoffre il commercio, cresce il turismo e si mantengono stabili i servizi. Ma nel complesso l’occupazione nel Terziario segna un saldo positivo sia in termini assoluti sia per i numeri relativi ai giovani. Numeri che dicono che il mercato del lavoro sta reagendo alle pesanti difficoltà. Manca ancora una visione stabile sul medio e lungo periodo, visto che le tipologie contrattuali più utilizzate sono quelle a intermittenza o parasubordinato. E sul quadro complessivo grava poi l’incognita Malpensa, unica area che registra un bilancio occupazionale negativo con la perdita di quasi 600 lavoratori a saldo. 

Il report 2022

E’ questa la macro fotografia che esce dal General report 2022 sul Terziario in provincia di Varese. Settore che fa della nostra provincia la quinta a livello regionale per presenza di localizzazioni attive. A illustrare i dati dell’indagine, avvenuta oggi (martedì 18 luglio) nella sede di Uniascom Varese, erano presente il professore dell’Università Ca’ Foscari, Alessandro Minello; Alessandro Castiglioni dell’Ente bilaterale Turismo provincia di Varese e Giuseppe D’Aquaro Ente bilaterale Commercio.

La forza del Terziario

L’economia della provincia dipende per due terzi dall’andamento del Terziario che comprende 52 mila imprese circa e conta 366 attività in meno rispetto al 2021. «Siamo in uno scenario di trasformazione e – ha spiegato il professore – stiamo affrontando gli effetti di alcuni fenomeni che si sono verificati come mai  è accaduto in precedenza nella storia del nostro Paese. Mi riferisco alla pandemia prima, alla guerra in Ucraina poi. Conflitto che ha esasperato la crisi energetica. Dopo di che si è innescato un processo inflazionistico mai visto, con l’incremento del tasso di interesse sui mutui. Fatti che ci hanno condotto su uno scenario di complessità, poiché questi i fenomeni di cui sopra si sono verificati in maniera concomitante. E davanti a questo il territorio sta reagendo. Ecco perché a fronte di un calo minimo delle attività c’è una crescita dell’occupazione. Ciò significa che se ci fosse declino, non ci sarebbero nuove assunzioni».

Il saldo, positivo, tra nuove assunzioni e cessazioni di contratti è di 6.456 unità. E i nuovi occupati si spalmano per lo più sui comparti del Turismo e sui Servizi. Il commercio invece segnale una perdita con un saldo negativo di 864 unità.

Più assunti, ma precari

E se alla voce nuove assunzioni il segno è positivo, quando si va alla tabella relativa alle tipologie di contratto occorre fare una riflessione. «Si tratta di un saldo occupazionale flessibile – spiega Minello – il tempo indeterminato registra un dato negativo, come anche il tempo determinato. Le assunzioni sono di tipo intermittente o parasubordinato. Numeri che segnano una crescita della domanda, ma un’assenza di stabilità a medio – lungo termine. L’obiettivo è mantenere la crescita di occupazione da un lato e stabilità contrattuale dell’altro».

L’incognita

Malpensa, in tutto il report, è l’incognita, poiché nessuno discute il grande potenziale di moltiplicatore economico e occupazionale dello scalo, ma le “performance” non brillano. Nell’area di Malpensa, infatti, il saldo tra “uscite” ed “entrate” nel mondo del lavoro è negativo.

«Le infrastrutture oggi sono un moltiplicatore di sviluppo economico. Malpensa è cruciale sul fronte del Cargo, poiché è in grado di assicurare la continuità dello sviluppo legato all’aumento del commercio online, unico segmento del comparto che aumenta. Una crescita che necessita di logistica all’altezza e in questo rientra la questione legata allo sviluppo della cargo city». Insomma, Malpensa potrebbe garantire ulteriore sviluppo, perché «abbiamo visto anche se si fermano le persone le merci continuano a circolare»

Turismo e Servizi

Sono i due comparti più in salute del Terziario. Da un lato il Turismo che ha incrementato arrivi e presenze e che da sempre è la cartina tornasole dell’andamento economico in generale: se c’è crisi il comparto rallenta. Da noi invece cresce. Dall’altro i Servizi, che dell’intera offerta del Terziario in provincia di Varese rappresenta il 50%, e hanno indicatori positivi.