Tour de France. La favola di Houle nella prima giornata sui Pirenei

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Inizia la settimana decisiva del Tour de France 2022: Hugo Houle (Israel Premier Tech) alza le braccia al cielo della 16^ tappa e dedica la vittoria al fratello Pierrick ucciso dieci anni fa da un pirata della strada. Il francese di squadra francese Valentin Madouas (Groupama FDJ) si inserisce tra Houle e Michael Woods: due canadesi del team israeliano insieme sul podio!

LA CRONACA

In 152 erano arrivati domenica a Carcassonne, in 147 ripartono stamattina dalla stessa città occitana dopo l’ultimo lunedì di riposo. Nel frattempo, infatti, si sono ritirati Jakob Fuglsang (Israel Premier Tech, costola rotta), Lennard Kamna (Bora Hansgrohe, forte raffreddore) e i positivi al Covid-19 Max Walscheid (Cofidis), Mikael Cherel e Aurelien Paret-Peintre (Ag2r Citroen, che con questi altri due abbandoni si ritrova con soli tre uomini in corsa).

Dopo tre chilometri si forma già un fugone da 29 corridori, ricco nel numero e nella qualità: Brandon McNulty (UAE), Mathieu Burgaudeau (TotalEnergies), Simon Geschke (Cofidis), Simone Velasco (Astana), Nils Eekhoff (DSM), Mikkel Honorè (Quick Step), Tony Gallopin (Trek Segafredo), Dani Martinez (Ineos), Wout Van Aert e Nathan Van Hooydonck (Jumbo Visma), Hugo Houle e Michael Woods (Israel Premier Tech), Damiano Caruso e Dylan Teuns (Bahrain Victorious), Aleksandr Vlasov e Felix Grossschartner (Bora Hansgrohe), Matteo Jorgenson e Gorka Izagirre (Movistar), Maxime Bouet e Lukasz Owsian (Arkea Samsic), Neilson Powless e Stefan Bissegger (EF), Alexis Gougeard e Cyril Barthe (B&B Hotels), Tim Wellens e Philippe Gilbert (Lotto Soudal), Michael Storer, Olivier Le Gac e Valentin Madouas (Groupama FDJ). In pratica, solo Alpecin, Intermarché Wanty Gobert, Bike Exchange e la malcapitata Ag2r non hanno centrato l’attacco giusto.
Con tale iniziativa, tra le altre cose, Geschke difende la maglia a pois dalle insidie di Powless e Vlasov approfitta per reinserirsi quantomeno nella top 10 generale.

Sulla côte di Sant’Ilario, Burgaudeau si porta via Jorgenson e Gougeard. Solo quest’ultimo però ha realmente fiducia nell’azione intrapresa, andando a prendersi da solo i colli Espinas e Bac. Finché pure lui, nel lunghissimo falsopiano che trascina la gara dalla prima alla seconda metà del percorso, viene ripreso e la fuga si ricompatta.
A fondo gruppo, in tutto questo, iniziano a staccarsi alcuni velocisti, Giulio Ciccone (sempre martoriato da problemi intestinali) e finisce addirittura fiano a fianco al carro-scopa Marc Soler, che lascia la maglia bianca Pogacar con un gregario in meno rispetto alla gialla Vingegaard.

Tornando in cima alla carovana, risate olandesi al traguardo volante di Lavelanet: tutti si aspettano Van Aert a ulteriore conferma della maglia verde, invece spunta Eekhoff a tagliare la linea davanti a WVA. E i due scherzano insieme. Il “mood” si fa ben più serio a partire dal km 114, quando gli atleti imboccano il primo dei due Gran Premi della Montagna cat.1 di giornata…

Il Port des Lers viene inforcato di gran carriera da Caruso, che innesca i fuochi d’artificio alle sue spalle. Chi perde la ruota e chi la recupera, allo scollinamento si ritrovano “solo” in 13 a scappare: col siciliano ci sono Vlasov, Burgaudeau, Van Aert, Geschke, Jorgenson, McNulty, Gallopin, Teuns, Houle e Woods, Storer e Madouas.
In gruppo intanto fanno le prove generali dello spettacolo pirotecnico: scattano tutti, a partire da Mas in un vano tentativo di conservare la top 10 generale, e alla fine si ritrovano in sedici.

Al termine della discesa, quando il contachilometri conta -38, Hugo Houle gioca d’anticipo rispetto alla scalatona e fa il vuoto dietro di sé: il classe ’90 si fa in solitaria il Mur de Peguere (9000 metri all’8% di pendenza) e poi si gode il vento in faccia e la prima esultanza in linea da professionista, dopo i due titoli nazionali a cronometro del 2015 e del 2021.
Grossa soddisfazione per la Israel, entrata in tutte le fughe buone e che bissa il successo di Simon Clarke nella quinta frazione ad Arenberg.

Ma cosa accade dietro al classe ’90 Houle? Di tutto!
L’ascesa è dura, a inseguire il fuggitivo giù verso Foix rimangono in due: il compagno e connazionale Woods e Jorgenson (il quale poi cade in una ripida curva ma si rialza subito e recupera in forcing). Tuttavia in fondo alla successiva picchiata, alle soglie della flamme rouge, rinviene Madouas che li infila in volata.
Nel drappello dei leader sono in tanti ad andare in difficoltà sul GPM,
tra cui Adam Yates e soprattutto Romain Bardet che scivola dietro a Vlasov in classifica. Rimangono insieme: Jonas Vingegaard insieme a Sepp Kuss (da inizio tappa) e Van Aert (pescato per strada dalla ex fuga), Tadej Pogacar insieme a Rafal Majka (a cui però salta la catena) e McNulty ritrovato dall’ex fuga, Geraint Thomas insieme all’ex fuggitivo Martinez, un pimpanete Nairo Quintana e un “barcollo ma non mollo” David Gaudu.
A proposito di Gaudu: menzione speciale per una Groupama che ha inserito ben tre corridori in fuga e ha superato la Jumbo Visma nella graduatoria a squadre, dominata però dalla Ineos.

Oggi abbiamo sfiorato i Pirenei, domani e dopodomani li si attraverserà in lungo e in largo per decidere la 109esima Grande Boucle: teniamoci forte!

per consultare le classifiche vai su tuttobiciweb.it

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