Un’alternativa all’inceneritore: Accam ha un futuro, si parla di nuovi impianti

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BUSTO ARSIZIO – Quale futuro dopo l’inceneritore Accam? Si inizia già a parlare di nuovi impianti, e per il presidente della società Angelo Bellora «si dovrà iniziare a discuterne già dall’anno prossimo», visto l’impegno alla chiusura dell’attuale termovalorizzatore nel 2027. E sul suo tavolo arrivano proposte di impianti innovativi. Dopo gli svizzeri e gli americani che avevano bussato alla porta di Accam negli scorsi anni, ora arriva un’ipotesi dall’Est Europa.

Impianto di ultima generazione

L’ultima in ordine di tempo è quella di realizzare un termovalorizzatore di ultima generazione. Un capannone mobile, smontabile, su un’area da 25mila metri quadrati, al cui interno troverebbe spazio una linea modulare per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani (il “sacco viola” ma anche altro, come pneumatici usati e rifiuti speciali e ospedalieri), che prevede prima la separazione dei rifiuti – un 40% circa da destinare al riciclo – e poi la termovalorizzazione della parte rimanente, da destinare in parte alla produzione di energia (il 35%) e in parte alla creazione di fertilizzante (il 25%). «Si monta in meno di 6 mesi» ha spiegato il promotore dell’iniziativa, prospettando la possibilità di realizzare anche subito l’impianto su un’area adiacente a quella del complesso esistente. «Con la formula che verrà ritenuta più conveniente, anche in compartecipazione – si spiega – questo impianto non ha camini e registra emissioni del 40% inferiori rispetto ai parametri Arpa. È più ecologico, meno costoso e molto più redditizio dell’attuale inceneritore». I primi due esempi di utilizzo di questa tecnologia innovativa sono attivi nell’Est Europa, ma l’impianto è normato in base alle certificazioni dell’Unione Europea.

«Perché non presa in considerazione?»

«Mi chiedo perché questa proposta non sia stata approfondita seriamente da Accam e dall’amministrazione comunale di Busto Arsizio» solleva il tema Audio Porfidio, l’ex consigliere comunale del movimento La Voce della Città, che ha rivelato alla stampa questa ipotesi alternativa per il futuro di Accam. «A Borsano c’è un impianto ormai obsoleto e insostenibile, con questa soluzione potremmo finalmente risolvere il problema dello smaltimento dei rifiuti. Inquinando meno e facendo pagare meno ai cittadini. Perché non viene nemmeno presa in considerazione e perché il sindaco Antonelli non incontra i promotori di questa proposta?».

Accam: «Pronti a valutare»

angelo bellora presidente accamMa il presidente di Accam Angelo Bellora non chiude la porta ad ipotesi impiantistiche innovative. «Ho un approccio laico su questo tema, anche perché l’impianto attuale ha 20 anni ed è per molti versi tecnologicamente superato – sottolinea – sono pronto a valutare ogni alternativa e a visitare impianti di nuova generazione, come avevamo in programma di fare con un’altra tecnologia innovativa in arrivo dalla Norvegia. Di fronte a questa ipotesi del “termovalorizzatore di ultima generazione”, abbiamo chiesto di avere qualche dato o qualche certezza in più per poterne valutare la fattibilità nel nostro contesto, anche perché una società che smaltisce un quantitativo relativamente basso di rifiuti come Accam deve andare a colpo sicuro e non potrebbe permettersi di sbagliare una scelta di questo genere. E tenendo sempre ben presente che saranno i Comuni soci a decidere il futuro impiantistico di Accam e che per qualsiasi opzione si dovrà procedere attraverso una gara pubblica». Bellora aggiunge: «Alla luce della decisione dell’assemblea di andare avanti e di pianificare lo spegnimento dell’attuale impianto nel 2027, si dovrà avviare già dall’anno prossimo il percorso di valutazione sugli scenari impiantistici futuri».

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