Dal “rinascimento” alle aste milionarie: i segreti dei dinosauri a Varese Archeofilm

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Silvio Renesto e Marco Castiglioni

VARESE – «Più che “spaventose” il nome dinosauri significa “lucertole impressionanti”»: nella seconda serata di ieri, giovedì 7 settembre, del festival Varese Archeofilm Silvio Renesto, professore di Paleontologia all’Università dell’Insubria, ha fornito al pubblico della Sala Montanari, dialogando con il conduttore dell’evento Marco Castiglioni, una panoramica delle ultime scoperte e ricerche dopo la proiezione del «ricco e aggiornato» documentario di Pascal Cuissot, Yusuke Matsufune e Kazuki Ueda.

Deinocheirus, mosasauro e troodon protagonisti

Le ricostruzioni di “Al tempo dei dinosauri”, che hanno come protagonisti degli esemplari femmina di deinocheirus, mosasauro e troodon, ripercorrendo la storia delle scoperte a riguardo, dal cranio rinvenuto a Maastricht nel 1770 alle piume primitive in Cina nel 1946, hanno mostrato gli spazi in cui si muovevano questi animali, le loro abitudini e i meccanismi messi in atto per sopravvivere. Come ad esempio le interazioni tra prede e predatori di ambienti differenti, che facevano sì che anche un tirannosauro potesse essere a sua volta attaccato da animali marini, le piume (gli uccelli di oggi sono i loro più diretti discendenti) e l’alto metabolismo per proteggersi dei climi più rigidi o la disposizione delle numerose uova in cerchio per poterle covare tutte. Fino allo sviluppo di comportamenti di gruppo ancora da studiare, come nel caso della morte improvvisa – ancora senza spiegazione – del branco di ornitomimosauri scoperto in Francia i cui resti sono concentrati in un’area di soli 400 metri quadrati.

Combattimenti e spettacolarità

Renesto, che ha spiegato la differenza tra documentario e mockumentary, finzione per veicolare e rendere attraenti le scoperte scientifiche, ha però anche messo in guardia sul rischio che a volte questi lavori possano riempirsi di informazioni discutibili o ancora ignote, come per esempio nel caso dei colori stessi dei dinosauri, in tanti casi non ancora definito con certezza. «Ogni due-tre giorni ne viene scoperta una specie nuova e sono vissuto per cento milioni di anni. Quindi magari qualcuno può mostrare una “classica” lotta tra tirannosauro e stegosauro, ma loro in realtà non si sono mai incontrati. Io sono un morfologo funzionale: per le ricostruzioni lavoriamo sul paragone con i comportamenti degli animali di oggi o su come possano agire le strutture ingegneristiche. Ad esempio spesso per i combattimenti presentati prevalgono concezioni di spettacolarità che li assimilano a quelli tra mammiferi ma il comportamento dei dinosauri era più simile a quello degli uccelli».

L’asteroide di Chicxulub e le eruzioni in India

«Una scienza in continua evoluzione che studia animali antichissimi»: dopo «un buio medioevo» che dipingeva i dinosauri come animali lenti e stupidi, da fine anni Sessanta è in corso «un rinascimento» che li descrive invece come agili, dal buon equilibrio e movimenti complessi. Con lo sviluppo delle piume in varie fasi: prima per termoregolarizzare, poi per intimidire gli avversari o esibirsi con le femmine e, infine, per tentare le prime planate, anticamera del volo effettivo. E la nascita di un ulteriore teoria riguardo alla loro estinzione, oltre a quella della crisi selettiva per l’asteroide caduto a Chicxulub e nata a Gubbio grazie all’opera della professoressa Isabella Premoli Silva e il team Alvarez: «Secondo alcuni il meteorite non sarebbe stato sufficiente a generare conseguenze così devastanti. Come concause vengono indicate le massicce eruzioni all’epoca nell’India meridionale, causate da fratture nella crosta terrestre, che generarono gas nocivi».

Un nuovo e controverso mercato

Come ha ricordato Renesto, un incidente accaduto a fine Ottocento, con la scoperta della cessione al British Museum di materiale rinvenuto a Besano ha fatto sì che il governo italiano equiparasse, quanto a restrizioni nella vendita, i fossili alle opere d’arte. Non è stato però così per altri Paesi: ed ecco che allora il documentario “Jurassic Cash” ha offerto uno scorcio di un nuovo mercato, quello dei collezionisti di interi dinosauri, raccontando le storie degli scheletri del T-rex “Stan” e dell’allosauro “Kan” soffermandosi poi sulle varie fasi della vicenda che ha portato all’asta lo scheletro di “Big John”, triceratopo gigantesco – “il più grande del mondo” – portato alla luce nelle Badlands del Dakota e venduto a un ignoto privato americano per la cifra di sei milioni e seicentomila euro. Spesso, racconta Alexandre Giquello della casa d’aste di Parigi, «per questa nuova tipologia di compratori di tratta addirittura di un acquisto non programmato». «I dinosauri sono vittima della loro popolarità», ha sottolineato Thomas Carr dell’Università di Kenosha (Wisconsin); «non a caso «nel film “Jurassic World”, c’è un asta di dinosauri viventi».

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