VARESE – Il silenzio suonato da una tromba, un minuto di raccoglimento e l’inno di Mameli. Lontana da ogni clamore si è tenuta, questa mattina, martedì 2 giugno, una cerimonia semplice ma sentita per ricordare tutti i varesini che hanno perso la vita durante il lockdown. Il momento di raccoglimento, promosso dal Comitato della croce rossa di Varese è stato organizzato davanti alla sede di Ats Insubria di via Rossi, proprio di fronte alla tenda mobile gestita della Cri dove da settimane si stanno effettuando i tamponi drive in.
Alla cerimonia hanno partecipato anche il sindaco Davide Galimberti, il vicepresidente della Provincia di Varese Marco Magrini, alcuni esponenti dell’associazione nazionale carabinieri e i volontari della croce rossa. Il momento di raccoglimento dedicato ai defunti, molti dei quali a causa del Covid, si è tenuto qualche minuto prima che la postazione tamponi voluta da Ats iniziasse la giornata operativa.
«E’ stato un ricordo semplice ma partecipato con il cuore da parte di tutti i presenti – ha commentato il sindaco di Varese Davide Galimberti – Una cerimonia dedicata a tutti coloro che non hanno potuto avere l’ultimo saluto da parte degli affetti più cari, dei parenti e degli amici. Ma anche un momento per ricordare un periodo difficile, forse superato in questo per ora sotto il profilo sanitario, ma che farà sentire ancora a lungo le conseguenze e richiederà l’impegno da parte di tutti coloro che in questi mesi sono stati in prima linea per affrontare le pandemia».
Marco Magrini ha portato il cordoglio dell’amministrazione provinciale: «Accanto a quelli della città di Varese abbiamo ricordato questa mattina tutti i defunti della nostra provincia. Che non è stata risparmiata dalla pandemia e ha vissuto settimane terribili e difficili. Credo anche che il luogo scelto per questa cerimonia sia significativo dello sforzo messo in campo per contrastare il virus e anche per rendere omaggio ai volontari della croce rossa per l’incessante e fondamentale lavoro che hanno svolto e continuano a svolgere».
