Limitati ingresso e uscita dalla Lombardia. Spostamenti solo per lavoro o necessità

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MILANO – Blindate tutta la Lombardia e 11 province del Nord: non si potrà entrare o uscire da questa sorta di estensione della “zona rossa” e ci si potrà spostare solo per motivi di lavoro indifferibili o situazioni di emergenza. Lo si legge nella bozza del nuovo DPCM (Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri) sul contenimento del contagio da coronavirus, che dovrebbe essere varato questa sera, sabato 7 marzo. Il documento sta circolando in questi minuti ma è ancora in fase di perfezionamento, in attesa della firma del premier Giuseppe Conte. Il nuovo decreto entrerebbe in vigore già da domani, 8 marzo, e resterà valido fino al 3 aprile.

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Mobilità limitata

Al primo comma della bozza, si prescriverebbe di «evitare in modo assoluto ogni spostamento in entrata e in uscita» dalla Lombardia e dalle 11 province interessate, «nonché all’interno dei medesimi territori…salvo che per gli spostamenti motivati da indifferibili situazioni lavorative o situazioni di emergenza». Nella versione definitiva del decreto, si precisa che c’è un vincolo di spostamento, vale a dire sono consentiti gli spostamenti in entrata e uscita e all’interno del territorio interessato, ma solo per motivi di lavoro, salute e necessità.

Nelle zone interessate dal decreto basterà avere qualche linea di febbre, sopra i 37,5 gradi, per essere costretti a restare a casa e limitare al massimo i contatti.

Giro di vite sul commercio

Nei commi successivi del documento (resta da chiarire come si concilierebbero con il primo comma sugli spostamenti limitati) c’è una nuova stretta alla vita sociale, con la chiusura delle scuole fino al 3 aprile, la conferma dello stop alle manifestazioni pubbliche (quelle sportive solo a porte chiuse) e alle cerimonie religiose e della chiusura di cinema, teatri, pub e discoteche, ma anche di palestre, piscine e centri sportivi, fatto salvo per gli allenamenti degli agonisti. Si torna alla chiusura dei musei e allo stop dei centri commerciali e dei mercati non alimentari, ma anche delle medie strutture di vendita, nei fine settimana. Per bar, ristoranti e negozi si fa più stringente il divieto di assembramento e la necessità di assicurare la distanza interpersonale di un metro: nel caso in cui i gestori non riescano a garantire queste regole, rischiano la sospensione dell’attività.

Tutte le misure previste nel decreto

  • sospesi gli eventi e le competizioni sportive di ogni ordine e disciplina, se non a porte chiuse (consentiti gli allenamenti degli agonisti)
  • chiusi gli impianti sciistici
  • sospese tutte le manifestazioni organizzate e gli eventi pubblici e l’attività di cinema, teatri, pub, scuole di ballo, sale giochi, sale scommesse e sale bingo, discoteche e locali assimilati
  • sospese le cerimonie civili e religiose, con i luoghi di culto aperti solo mantenendo la distanza di un metro
  • sospese le attività didattiche nelle scuole di ogni ordine e grado e nelle università
  • chiusi i musei e gli altri istituti e luoghi della cultura
  • sospesi i concorsi pubblici
  • consentite le attività di ristorazione e dei bar, con obbligo, a carico del gestore, di far rispettare la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro, con sanzione della sospensione dell’attività in caso di violazione
  • consentite le attività commerciali a condizione che il gestore garantisca un accesso con modalità contingentate o comunque idonee a evitare assembramenti di persone, tali da garantire ai frequentatori la possibilità di rispettare la distanza di almeno un metro tra i visitatori, con sanzione della sospensione dell’attività in caso di violazione
  • nelle giornate festive e prefestive sono chiuse le medie e grandi strutture di vendita, e gli esercizi commerciali presenti all’interno dei centri commerciali e dei mercati. Nei giorni feriali, il gestore deve comunque garantire il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di un metro, con sanzione della sospensione dell’attività in caso di violazione
  • in tutti i casi possibili, nello svolgimento di incontri o riunioni, modalità di collegamento da remoto
  • sospese le attività di palestre, centri sportivi, piscine, centri natatori, centri benessere, centri termali, centri culturali, centri sociali, centri ricreativi

Zona rossa?

Di fatto, si tratterebbe di un’estensione della zona rossa a tutta la Lombardia e alle province di Modena, Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Rimini, Pesaro e Urbino, Venezia, Padova, Treviso, Asti e Alessandria. Un’ipotesi drastica che era circolata ieri e che era stata poi smentita dall’Istituto Superiore di Sanità, ma che a questo punto diventerà in qualche modo realtà, dopo che Regione Lombardia ha chiesto una nuova stretta alla luce dei numeri preoccupanti di diffusione del contagio e del rischio di mandare al collasso il sistema sanitario, con le terapie intensive ormai al limite.

Tutti i dubbi

All’uscita della bozza del DPCM, sono già arrivate alcune critiche. «Pasticciata» per il governatore della Lombardia Attilio Fontana. L’assessore al welfare Giulio Gallera fa notare le contraddizioni del provvedimento: «Bozza che da un lato sembra andare nella direzione auspicata, però dall’altra ancora confusa e piena di ambiguità. Il decreto parla di evitare ogni spostamento: ma è vietato o non vietato? È un invito o un obbligo? Noi abbiamo bisogno di dare un messaggio molto forte ai nostri concittadini: abbiamo bisogno che la gente si fermi». Anche il governatore dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini chiede «soluzioni più coerenti».

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