Viva l’Italia antifascista! Abbasso chi avvelena i pozzi

scala salvini grimoldi
Paolo Grimoldi e Matteo Salvini quando andavano d'amore e d'accordo

Alla prima della Scala, il loggionista Marco Vizzardelli “chiude” l’esecuzione dell’Inno di Mameli urlando “Viva l’Italia antifascista!”. La Digos lo cerca, lo identifica, verbalizza una legittima, benché fuori luogo nella circostanza, esclamazione che deriva addirittura dalla Costituzione. Nelle stessa serata, alla trasmissione televisiva di La7 “Piazza pulita”, il leghista Paolo Grimoldi, già segretario lombardo del Carroccio ed ex deputato, non proprio l’ultimo della fila, “spara” alzo zero su Matteo Salvini, paventando addirittura l’eventualità che il ministro delle Infrastrutture a capo del partito che fu di Umberto Bossi, cerchi l’incidente di piazza, insomma, qualcosa che, durante una manifestazione pubblica, possa suscitare clamore politico e mediatico così da far recuperare voti alla stessa Lega, in deficit di consensi.

Nel primo caso, i ritorni su giornali e Tv sono immediati, quasi che Vizzardelli, melomane conosciuto nei teatri lirici di mezza Europa, sia autore di un reato. Possibilmente di vilipendio della Somma Carta. Chiaramente, un reato che nella fattispecie non esiste. Caso mai sarebbe da sanzionare il contrario, se, cioè, il grido fosse stato: “Viva l’Italia fascista”. L’apologia del regime mussoliniano è, come tutti sanno, un oltraggio che non può passare impunito. E ci mancherebbe altro.

Il secondo episodio è invece rimasto sottotraccia. Non interessa alla stampa e, probabilmente, nemmeno alla Polizia. Non ne parla nessuno. Eppure, Grimoldi ha posto l’accento su una ipotesi grave, anzi, inquietante, se mai fosse accertata. Delle due l’una: o si tratta dell’ennesima sciocchezza detta da un politico rosicone, e c’è ragione di credere che lo sia sul serio; o è una rivelazione incredibile, che pone una serie di interrogativi e di preoccupazioni sulla tenuta democratica del Paese. In ogni caso, benché sia difficile credere che Salvini abbia in mente enormità del genere, chi di dovere dovrebbe chiamare Grimoldi e farsi raccontare quello che sa, sempre che sappia qualcosa e non abbia tracimato nell’inverosimile.

L’ex segretario lombardo, per altro fino a poco tempo fa contiguo a Matteo Salvini che lo teneva in palmo di mano, ha espresso il suo terribile dubbio per il raduno della Lega che, il 4 novembre scorso a Milano, ha manifestato a favore della causa israeliana. Appuntamento che, sempre secondo Grimoldi, avrebbe ricevuto il diniego dei Servizi segreti italiani, preoccupati di una possibile, quanto clamorosa “azione di disturbo”, per non dire altro. Salvini, invece, se ne sarebbe fatto un baffo. Testuale da Grimoldi a La7: “Perché ha fatto la manifestazione del 4 novembre? Noi abbiamo avuto sempre dei parlamentari che hanno fatto parte del Copasir, se i Servizi che tu paghi ti fanno la segnalazione a te Governo, dicendo ‘guarda che se fai la manifestazione del 4 novembre con questo che sta succedendo c’è il rischio attentato’, il Governo responsabilmente annulla le celebrazioni vistose. Salvini decide di fare lo stesso la manifestazione perché sperava che succedesse anche qualcosa, perché così si pigliava un 3 per cento in più. Perché tu immagina il musulmano di turno che arriva lì e accoltella uno alla gamba, mediaticamente cosa succede? Vuol dire che politicamente sei alla frutta”.

Domanda: chi sta avvelenando i pozzi, il melomane entusiasta o il politico che suppone certe bestialità? Dopo aver identificato il “sovversivo” del loggione scaligero, qualcuno sta provando a capire il senso di certe provocazioni televisive e, nel caso, agire di conseguenza?

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