Mensa dei poveri, Zingale torna libero: revocati i domiciliari

tribunale milano

BUSTO ARSIZIO – Niente più arresti domiciliari per Giuseppe Zingale. Da oggi, lunedì 10 febbraio, l’ex direttore generale di Afol, arrestato lo scorso 14 novembre in una seconda tranche dell’inchiesta Mensa dei Poveri insieme all’ex europarlamentare di Forza Italia Lara Comi e all’ex patron di Tigros e candidato leghisti alla guida di Varese Paolo Orrigoni, potrà uscire liberamente. Unica restrizione mantenuta dall’autorità giudiziaria milanese a suo carico è quella dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

Ha negato ogni addebito

Zingale era passato dal carcere ai domiciliari lo scorso 16 dicembre. Da oggi cade anche la restrizione al proprio domicilio. L’ex dg era stato protagonista di un lungo interrogatorio davanti ai pm milanesi titolari dell’inchiesta Mensa dei poveri lo scorso 10 dicembre durante il quale si era difeso rigettando di fatto le accuse che gli venivano mosse. Zingale era stato indagato nella prima tranche dell’inchiesta che lo scorso 7 maggio aveva decapitato Forza Italia in Lombardia portando in carcere l’ex Ras dei berlusconiani varesini Nino Caianiello e, successivamente arrestato. Nel corso dell’interrogatorio aveva rigettato ogni addebito negando di aver commesso alcun illecito. Il ruolo di Zingale in seno all’inchiesta, per i pm, si intreccerebbe a quello di Comi e di Caianiello. Uno dei capi d’imputazione contestati all’ex europarlamentare riguarda infatti due contratti di consulenza ricevuti dalla sua società, la Premium Consulting Srl, con sede a Pietra Ligure, da parte di Afol e, in particolare, dal dg Zingale, «Dietro promessa di retrocessione di una quota parte agli stessi Caianiello e Zingale», come riportato negli atti depositati nella tranche principale.

Il 17 febbraio inizia il processo

Il 17 febbraio, nel frattempo, inizierà il primo confronto tra il giudice e sessantanove imputati della Mensa dei Poveri che non hanno optato per il patteggiamento (per ora naufragato). Udienza preliminare davanti al gup Natalia Imarisio, ma non per Nino Caianiello al quale manca un ultimo confronto con il pubblico ministero Luigi Furno prima di scegliere il rito con cui farsi processare. Nell’ elenco compaiono l’ ex commissario provinciale di Forza Italia Carmine Gorrasi, la dipendente comunale Marta Cundari, Giuseppe Filoni, Angelo Palumbo – tuttora consigliere regionale – l’ avvocato Xavier Santiapichi, il deputato novarese Diego Sozzani, l’ ex vicecoordinatore regionale e consigliere comunale di Milano Pietro Tatarella, l’ imprenditore Mauro Tolbar, lo stesso Zingale (solo per la prima tranche dell’ inchiesta), Fabio Altitonante e Daniele D’ Alfonso. Le parti offese individuate dagli inquirenti sono il Comune di Gallarate, Amsa, Cpl Concordia, Codacons, la Società Arno, Rile e Tenore, l’ agenzia di Milano, Accam, Prealpi servizi, Afol. Stralciate le posizioni di Lara Comi, Paolo Orrigoni e Attilio Fontana.

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