Il contagio frena ma ancora non si arresta. Fontana fiducioso: «Sulla strada giusta»

MILANO – Numeri in linea con quelli dei giorni scorsi, anche se l’attesa fase della discesa più ripida della curva ancora non arriva. Con 869 nuovi contagiati su 8.573 tamponi effettuati, il dato di oggi, 28 aprile, è in linea con quello di ieri, quando si erano registrati 590 casi positivi su poco più di 5.000 tamponi (anche se il tasso percentuale dei positivi è leggermente inferiore), ma ancora non basta per dichiarare allontanato l’incubo del Coronavirus. Soprattutto se si considerano i casi positivi delle province di Milano (più 278) e di Varese (più 72), che continuano un’altalena che non può ancora lasciare completamente tranquilli.

Il riepilogo dei numeri

Il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana non perde l’ottimismo: «Siamo sulla via giusta dichiara nel punto stampa di oggi, 28 aprile, a Palazzo Lombardia. «Lo si deve all’impegno dei cittadini nel rispettare le regole». I numeri più confortanti sono ancora quelli dei ricoveri: 25 in meno i posti occupati in terapia intensiva (i pazienti in totale scendono a 655) e 245 quelli in altri reparti (in tutto gli ospedalizzati non in terapia intensiva scendono a quota 7.280). Il totale dei contagiati sale a 74.348 con un aumento di 869 casi positivi su 8.573 tamponi effettuati. I decessi nelle ultime 24 ore sono stati 126, più o meno come ieri (erano stati 124) per un totale di 13.575 morti dall’inizio dell’emergenza. In risalita il dato dei dimessi dagli ospedali: 439 in più, per un totale di 21.674.

I numeri nelle province

Verso la Fase Due

Il governatore della Lombardia è tornato anche sull’incontro avuto ieri sera, 27 aprile, in Prefettura a Milano con il premier Giuseppe Conte, alla sua prima visita in Lombardia dall’inizio dell’emergenza Covid-19. Si è parlato delle regole per la “nuova normalità”, come è stata ribattezzata la Fase Due in Regione Lombardia. Fontana ricorda che la «convivenza con il virus» dovrà essere il principio basilare, perlomeno fino a quando non ci saranno cure e vaccini a disposizione. Tra le proposte che la Lombardia ha avanzato a Conte per la ripresa, il dilazionamento degli orari delle attività lavorative per evitare gli affollamenti sui mezzi di trasporto pubblico e l’ipotesi di favorire la conciliazione tra famiglia e lavoro attraverso centri estivi e oratori che, sotto forma di microaggregazioni, accudiscano i bambini in sicurezza mentre i genitori lavorano. Un tema su cui Fontana ha registrato «un’apertura» da parte del premier. Ma il governatore ha anche scritto a Conte per chiedere il via libera alle celebrazioni religiose.

Al via la commissione d’inchiesta Covid

Intanto l’Ufficio di presidenza del consiglio regionale ha dato il via libera questa mattina, 28 aprile, all’istituzione di una “Commissione di inchiesta sull’emergenza Covid-19”, richiesta dalle opposizioni. Il presidente del Consiglio regionale Alessandro Fermi auspica «un confronto partecipato e propositivo tra tutti i suoi componenti, con l’obiettivo di approfondire e analizzare la gestione dell’emergenza sanitaria di questi mesi in modo utile e costruttivo, senza cadere e perdersi in sterili polemiche e strumentalizzazioni politiche». Avrà 12 mesi di tempo e sarà composta da tre consiglieri per i gruppi più consistenti (Lega, PD, M5S e Forza Italia), con un presidente espressione della minoranza. «Faremo luce su tutto quanto non ha funzionato» promette il capogruppo Pd Fabio Pizzul. «Un ottimo risultato» per il capogruppo pentastellato Marco Fumagalli.

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