Opere per Sumirago, il no della Lega. Il sindaco: “Paghiamo i vostri errori”

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SUMIRAGO – «Lasciateci sbagliare, è la prima volta che questa amministrazione può finalmente mettere qualcosa di suo nel territorio. E le nostre scelte non sono state casuali». Così si è rivolto ieri, lunedì 19 luglio, il sindaco Mauro Croci alle minoranze nel consiglio comunale indetto ad hoc per saldare il debito di Sumirago in sospeso con 2i Rete Gas, uscendo così dal piano di riequilibrio. Il primo cittadino, dopo aver ricevuto l’astensione del gruppo della Lega sulla variazione al bilancio di previsione per finanziare l’operazione, ha replicato al suo voto contrario sull’utilizzo delle altre risorse per il territorio: «Questi sono interventi importanti, vanno distinti dalle opere di manutenzione».

La transazione per stralciare il debito

Come ha dichiarato Croci, l’obiettivo della seduta, che si è aperta con le richieste dell’opposizione di regolarizzare i verbali di maggio e giugno, era decidere se applicare parte dell’avanzo libero di amministrazione per finanziare la chiusura della pendenza con 2i Rete Gas: «Tutti i punti sono un po’ legati tra loro, l’intento è accelerare la definizione della questione. Nei giorni scorsi sono andato avanti con le trattative e l’azienda è favorevole a una transazione per stralcio del debito di Sumirago».
La somma fissata di 900mila euro verrà raggiunta con 800mila euro dell’avanzo a cui si aggiungeranno 100mila euro dalla rata del bilancio di previsione di 212mila euro. Un’operazione per cui è necessario presentare un bilancio solido e in equilibrio, situazione confermata sia dall’esperto finanziario che dal revisore dei conti che ha raccolto l’approvazione unanime.

Il futuro del Rubinotto

Nell’ambito delle modifiche al programma triennale delle opere pubbliche, sono state illustrate dall’assessore Giuseppe Pasolini le varie destinazioni dei 112mila euro rimanenti che, tra le varie voci, interesseranno la manutenzione di edifici (27mila euro) e beni demaniali (30mila euro), strade (30mila euro) e la casetta dell’acqua (25mila euro).
Quest’ultimo punto ha sollevato le forti critiche di Luca Bidoglio, capogruppo di Insieme per Cambiare Sumirago, che ha invece dato la sua approvazione agli altri: «Voto per il minore dei mali ma mi fa specie per il Rubinotto, sono soldi buttati via». Alla sua sfiducia si è contrapposta la volontà della maggioranza, intenzionata a salvarlo invece che farne un monumento ai caduti: la politica ora adottata dalle aziende fornitrici sarebbe infatti di demolirlo e sostituirlo con una nuova struttura per ammortizzare i costi. «Ne ho sentite sei e dicono tutte la stessa cosa», ha ribadito il consigliere Cristian Simioni. «Non ci sono alternative: non c’è altra via che provare a far ripartire questo servizio».

La pavimentazione di via San Lorenzo

Nei 700mila euro complessivi riservati al territorio, per cui è stato prospettato un Pgt condiviso, ci sono i 160mila euro per la pavimentazione di via San Lorenzo e la sistemazione del centro storico di Sumirago; contestate da Marilena Cunati, capogruppo della Lega, che ha indicato come aree d’intervento più importanti diversi parcheggi disastrati e l’asilo di Quinzano.
«In politica succede che c’è una maggioranza che decide e una minoranza che subisce», ha replicato Croci. «Così come noi abbiamo subito le decisioni dell’amministrazione precedente, che nel centro di Quinzano aveva concentrato ben 300mila euro. In più ci troviamo in un momento in cui possiamo finalmente fare delle scelte». Le sorti dell’asilo, ha spiegato poi l’assessore Fernanda Pozzi, non dipendono dalla volontà dell’amministrazione: le proiezioni riguardo alle nascite nei prossimi anni lasciano aperta la possibilità di una sua chiusura da parte dell’ufficio scolastico territoriale.

Interventi che prima non erano possibili

«Anche l’intervento per il marciapiede di via Piave costa tanto ma sono cinquant’anni che Menzago lo chiede», ha continuato Croci. «Prendo atto delle obiezioni, ma crediamo che le decisioni di oggi siano importanti e che questo sia il momento buono per prenderle. Possiamo finalmente pensare un territorio diverso da quello che abbiamo avuto finora, provando a ridisegnarlo con i normali interventi che, come Comune, non avevamo potuto attuare. Questa amministrazione ha pagato per otto anni le scelte scellerate di quella precedente, trovandosi nell’impossibilità di programmare e investire. Ma adesso riusciamo a uscire dal piano di riequilibrio con quattro anni di anticipo, avendo dato ai nostri funzionari delle linee politiche per le opere previste; lasciando così nel cassetto, per quelli che verranno dopo di noi, la possibilità di seguire dei progetti».

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