Tentata estorsione da 2 ml di euro, tre arresti. Nei guai capo ultras dell’Inter

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MILANO Minacce di morte per ottenere oltre 2 milioni di euro, con tanto di utilizzo di pistole per risultare più convincenti. Di questo sono accusate tre persone, arrestate dalla Squadra Mobile di Milano, per una presunta tentata estorsione ad un imprenditore milanese, Enzo Costa, titolare di una grossa azienda di pulizie. Tra gli indagati anche uno storico capo ultrà dell’Inter.

Secondo quanto ricostruito dalle indagini della Questura meneghina, cinque persone, tra cui i tre arrestati, avrebbero messo a segno tre tentativi di estorsione all’imprenditore, tra il marzo e il giugno dello scorso anno. A spingere la banda, secondo la ricostruzione della Procura di Milano, sarebbe stata un presunto “risarcimento” ad uno dei cinque indagati, in carcere con l’accusa di corruzione a seguito di un’altra indagine condotta dalla Procura di Palermo, per aver fatto vincere una gara di appalto all’azienda dell’imprenditore in Sicilia.

Le tre “spedizioni punitive” della banda sarebbero state piuttosto esplicite delle loro intenzioni, come si evince anche dalle intercettazioni degli inquirenti. “Si, la pistola la porto io”, ha detto uno dei cinque al telefono al suo compare. Proprio in quell’occasione Costa decise di denunciare, tanto che la presenza della Polizia fece fare marcia indietro agli estorsori.

Nel marzo del 2021, fuori dall’azienda di Costa, la Polizia aveva già arrestato il capo ultrà dell’Inter Vittorio Boiocchi, 69 anni, con Paolo Cambedda, 68 anni, oggi nuovamente indagati, perché trovati con delle pettorine della Guardia di Finanza, un taser e una pistola scacciacani modificata.

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