Air Italy, gli aerei tornano a Doha e i dipendenti vanno dal Papa

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MALPENSA – Tornano a Doha i 4 A330 di Air Italy che per due anni hanno collegato l’aeroporto di Malpensa con il Nord America, l’Asia e l’Africa. Un segno evidente di un destino ormai irreversibile nonostante gli appelli del ministro Paola De Micheli che chiede di trasformare la liquidazione in bonis in concordato. I 1450 dipendenti, a cui potrebbero arrivare da un momento all’altro le lettere di licenziamento, si aggrappano ancora una volta a Papa Francesco.

Gli aerei tornano a Doha

Le smentite della compagnia non mettono a tacere le fonti interne a Malpensa che danno per domani mattina, 20 febbraio, la partenza di tutti e 4 gli aerei di lungo raggio di Air Italy, fermi sul piazzale dal giorno dell’annuncio della liquidazione (foto concessa da Msg-Malpensa spotter group). Qatar Airways, socio al 49% di Air Italy e proprietario degli aerei concessi in leasing al vettore italiano, avrebbe deciso così di riportare alla base i quattro A330. Il phase-out con i 4 decolli senza ritorno è previsto tra le 8 e le 8.45.

L’appello del ministero

Nel frattempo il ministro alle Infrastrutture e trasporti Paola De Micheli lancia l’ennesimo appello ai proprietari della compagnia aerea: «La liquidazione di Air Italy è figlia dei problemi tra i soci e con i soci insisteremo nella richiesta di cambiare la procedura di liquidazione in procedura di concordato». La rappresentante del governo ha annunciato inoltre che domani presenterà una serie di misure che riguardano i lavoratori non soltanto per garantire il reddito nella fase della crisi, ma anche un approdo nel mondo del lavoro.

I lavoratori dal Papa

I 1450 dipendenti di Air Italy si aggrappano a Papa Francesco, da cui si recheranno in udienza mercoledì 26 febbraio. Dal Santo Padre andarono già il 22 ottobre del 2014 quando la compagnia si chiamava Meridiana e annunciava 1.366 esuberi. «Per favore, faccio un appello a tutti i responsabili, nessuna famiglia senza lavoro», disse il pontefice durante l’udienza generale, auspicando che «un’equa soluzione che tenga conto anzitutto della dignità della persona umana e delle imprescindibili necessità di tante famiglie». Parole che valgono ancora oggi  per tantissime persone che già sei anni fa erano in piazza San Pietro. La storia si ripete.

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