Rapina in farmacia ad Arcisate: cade l’accusa di sequestro. “Miracolo” della legge Cartabia

ARCISATE – Il risarcimento, simbolico, di 700 euro ha portato la vittima a ritirare la querela. E’ così decaduta l’accusa di sequestro di persona per il 53enne, volto noto alle forze di polizia del Varesotto, che ha oggi patteggiato una pena a un anno e 4 mesi per una rapina messa a segno nel gennaio 2020 ai danni di una farmacia di Arcisate.

Il patteggiamento

Una pena tutto sommato mite, visti i precedenti specifici infraquinquennali dell’imputato, grazie all’intervento della riforma Cartabia. Riforma che prevede come il reato di sequestro di persona sia perseguibile solo a querela di parte e non più d’ufficio. Al netto del caso specifico, la vittima ha ritirato la querela e il fatto deve essere rispettato, un sequestratore può essere perseguito solo se il sequestrato lo denuncia.

Il bug nella legge Cartabia

E’ uno dei nodi sollevati in relazione alla così detta riforma Cartabia che, per molti, spunta armi importanti in danno delle forze di polizia e della magistratura inquirente. Citiamo un caso ad esempio: Lodi, gennaio di quest’anno. Un 28enne prosciolto dall’accusa di aver sequestrato, e segregato con tanto di catene e lucchetto, una giovane 24enne in una cascina occupata. La ragazza, dopo essere stata liberata, è sparita. Che una vittima, in un contesto di abusi e degrado, possa sparire deve essere tenuto in conto. La norma, per contro, non lo fa. E il 28enne si è ritrovato libero.

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