Besnate, la minoranza boccia il Pgt: «Troppe criticità e incongruenze»

BESNATE – «Contraddizioni, scelte urbanistiche poco chiare, proposte difficilmente realizzabili, scarsa attenzione alle reali esigenze della comunità di Besnate». Minoranza al veleno. A parlare è la forzista Nadia Dal Secco (Forza Italia), portavoce del gruppo Uniti per Cambiare, riassumendo alcune osservazioni alla variante generale al Pgt, adottato lo scorso 4 febbraio in consiglio comunale.

«Criticità e incongruenze»

Una serie di «criticità e incongruenze», che hanno portato la minoranza a prendere le distanze e a votare contro il primo passo del Piano che porterà alla Besnate del futuro. «Pur considerando – dice Dal Secco – l’enorme mole di lavoro progettuale, nel quale è fisiologico trovare qualche errore di trascrizione, non possiamo non rilevare la contraddittorietà di alcune norme, la presenza di scelte urbanistiche poco chiare e ancor meno condivisibili e l’aleatorietà di alcune proposte difficilmente realizzabili in concreto». Ma anche «la scarsa attenzione alle reali esigenze della comunità, i continui rimandi a situazioni che verranno definite successivamente all’adozione della variante (senza chiaramente specificare in che modo e senza indicare quali siano, in tal senso, le idee dell’amministrazione comunale) e il non corretto calcolo delle superfici dei servizi».

Nel precedente Pgt «venivano promesse soluzioni rapide e innovative per particolari ambiti», prosegue. «Però sono rimasti, da dieci anni a questa parte, “lettera morta”. Per poi scoprire che, con la variante, vengono restituiti alla potestà privata dei singoli cittadini, dopo averli costretti per decenni a pagare l’imu e senza avere la disponibilità di queste aree perché vincolate all’uso pubblico. Con l’aggravante delle ingenti somme spese dal Comune per la redazione di piani urbanistici (ora inutili) finiti nel cestino». Un modo per dire che «ci sembra che le proposte progettuali vengano pubblicizzate in mancanza di presupposti concreti per la loro realizzazione. Riconducendoli a un esercizio di stile fine a se stesso, senza risolvere il problema».

Ciclopedonale, parchi e recupero immobili

Fra le varie osservazioni, anche un appunto sui principali obiettivi del Pgt, già spiegati dall’assessore Sara Zarini (Urbanistica). Le intenzioni si sviluppano intorno a una serie di progetti in chiave green, che guardano in particolare a parchi, ciclopedonali e alla riduzione di suolo. Da qui, le osservazioni di Uniti per Cambiare. Intanto, «nella documentazione fornita non intravediamo novità chiare ed esplicite sull’idea di nuovi parchi». Un appunto poi sulla volontà di completare la pista ciclabile dalla rotonda all’altezza del ristorante “I Fontanili” in direzione Gallarate. In questo senso, «negli elaborati di progetto della variante non appaiono in maniera dettagliata le modalità pratiche di realizzazione, considerata anche la pericolosità della via Gallarate (un esempio è la sistemazione del cavalcavia autostradale). Tra l’altro da effettuare su un’arteria provinciale». Insomma «non vorremmo che quest’opera si limiti, come già accaduto in situazioni simili, alla sola delimitazione con una linea gialla pitturata sull’asfalto. Poi coraggiosamente (o forse incoscientemente) definita pista ciclabile». Infine, considerazioni anche sugli immobili dismessi da recuperare. Tra questi, l’ex casa Eca: «Secondo quanto previsto, si dovrebbe attuare attraverso la completa demolizione del fabbricato, soluzione non prevista da nessun testo accademico in merito alle diverse tipologie di recupero degli edifici». E tagliente: «Siamo dei pionieri, visto che abbiamo introdotto una nuova tipologia di restauro definita “completa demolizione”. Sarebbe un po’ come pensare di restaurare dei volumi antichi dando fuoco alla biblioteca in cui sono conservati».

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