Quinto potere ai tempi del coronavirus

bottini coronavirus quinto potere

di Gian Franco Bottini

“Quinto potere”, film cult del 1976, una satira dell’ambiente televisivo americano in grado di preconizzare una serie di vizi che nei decenni successivi sarebbero stati esportati nelle nostre televisioni, come la commistione fra informazione e intrattenimento, il proliferare dei reality show e “ l’influsso determinante” dei poteri forti . Oggi poi , dopo quasi 50 anni, che le reti sono oramai “ commerciali”, mammaRai compresa, altri vizi sono emersi che nemmeno la fantasia dello sceneggiatore poteva ipotizzare.

Questi vizi saltano fastidiosamente all’occhio soprattutto in questo periodo dove, sazio dell’essersi sorbito nel corso della giornata vecchi film e sbiadite partite di calcio, anche il buon padre di famiglia cerca, quando è sera, di trovare informazioni e chiarimenti su una situazione che per tutti corre sul filo del rasoio.

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Gian Franco Bottini

A quell’ora ogni canale schiera il suo talk show che combatte a suon di “auditel” per il primato di ascolti e quindi di pubblicità e di soldi; inevitabile che con quel pungolo  informazione e intrattenimento si mescolano e si confondono, con opinionisti folkloristici urlanti, virologi assunti al rango di vedette se non di “ballerine, con fake news sparate là, alla caccia del primato per chi lascia più bocche aperte negli ascoltatori. Pare che tutti si dimentichino però che l’argomento è serio e che la gente è seriamente preoccupata.

Per quanto riguarda poi quell’”influsso determinante” del quale si parlava nel film del 1976, oggi siamo andati molto più in là . Ogni trasmissione, infatti, è chiaramente e a volte sfacciatamente, megafono di una fazione politica e al pover’uomo che cerca informazioni sulla pandemia, su quando potrà ricominciare a lavorare, su quali aiuti potrà contare , viene propinata, senza che lui se ne accorga, pura propaganda e se
per caso si permette di far un po’ di zapping, le informazioni gli sembrano così discordanti che dopo non molto rischia di “andar dai matti”.

Già il Governo non brilla per intelligenza comunicativa e tanto meno per chiarezza, ma se qualcuno ci chiedesse di una informazione asciutta, trasparente, essenziale e obbiettiva ci sentiremmo onestamente in imbarazzo, obbligati, per dir qualcosa, a consigliargli il pur modestissimo TG della Televisione della Svizzera italiana.

Vi assicuriamo che stiamo facendo delle considerazioni del tutto personali e senza alcun specifico riferimento politico che ci condizioni; dovrebbero convincervi di ciò un paio di osservazioni, politicamente fra loro contradditorie, che andiamo a fare.

Nel contesto arruffato degli ultimi giorni nei quali le vicende sanitarie si intrecciavano con quelle economiche, i mancati aiuti statali con le vertenze europee, il numero dei morti si confrontava con le iniezioni di candeggina suggerite da Trump, vi parrà strano ma l’unica voce che a nostro parere ci è parsa saggia ed equilibrata è stata quella del “vecchio” Berlusca che invitava,in questo momento di grave difficoltà, a pensare all’interesse nazionale piuttosto che a quello dei propri partiti. Concludeva il Cavaliere “pregando”gli amici di seguire i suoi suggerimenti.”Pregava”, quando una volta ordinava; il segno dei tempi è purtroppo chiaro e convalidato dal fatto che i talk show di cui sopra lo hanno completamente ignorato, compreso quelli dei suoi canali televisivi , oramai proni per altri personaggi politici, più da “intrattenimento” che da informazione, e molto più buoni per il circo mediatico e per l’auditel.

Nel frattempo, infatti , dagli stessi talk show si alzavano preoccupati ululati di dolore per “il colpo di stato”, “i pericolosi precedenti”, “lo stupro della Costituzione” e altro, perpetrati dalle innegabili limitazioni delle nostre libertà insite nei vari dispositivi governativi legati alla pandemia. Ululati di tale intensità da far considerare sussurri quelli a suo tempo abbozzati quando qualcuno aveva avuto l’ardire di chiedere per sé
dittatoriali “pieni poteri” , pur non essendo in corso alcuna pandemia.

Politici frustrati, costituzionalisti trascurati, discutibili anchorman , che un paio di mesi fa in piena emergenza, quando il presunto “fattaccio” anticostituzionale sarebbe avvenuto, tacevano “facendosela sotto”, oggi si sono scatenati dimentichi persino di leggere gli art.14 e 16 della Costituzione stessa con i loro riferimenti all’eccezionalità delle motivazioni di salute pubblica.

Siamo d’accordo che ad emergenza finita sarà corretto rimettere le cose a posto e i puntini sulle i, ma è vergognoso oggi , a nostro personale parere, usare parole così improprie per strumentalmente caricare sulle spalle del pover’uomo di cui sopra il timore di una inesistente minaccia capace, nel mare di guai in cui già si trova, di togliergli persino la speranza di un prossimo ritorno alla nostra democratica normalità. E questo è il nostro “quinto potere”!

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