Busto aderisce all’Accordo di Programma per il nuovo ospedale a Beata Giuliana

BUSTO ARSIZIO – Via libera all’adesione all’Accordo di Programma per il nuovo ospedale di Busto-Gallarate e all’acquisizione di quattro unità immobiliari di via Amalfi, che rientravano nel novero dei beni confiscati alla criminalità organizzata. Sono due delibere promosse dall’assessore all’urbanistica Giorgio Mariani, che rappresentano le principali decisioni prese dalla giunta Antonelli nella seduta di oggi, mercoledì 27 aprile.

Sì all’Accordo di Programma per il nuovo ospedale

Continua il complesso iter di realizzazione dell’ospedale nuovo di Busto Arsizio e Gallarate: la giunta, su proposta dell’assessore Giorgio Mariani, ha aderito all’Accordo di Programma promosso da Regione Lombardia finalizzato alla realizzazione del Nuovo Ospedale di Busto Arsizio e Gallarate, atto con cui Regione Lombardia ha altresì dato avvio al procedimento di Valutazione Ambientale Strategica relativa all’ambito oggetto dell’Accordo di Programma. Nel contempo la giunta ha dato atto della decadenza degli effetti del precedente AdP, promosso nel gennaio 2019. Ora toccherà a Palazzo Gilardoni promuovere, come Gallarate, un separato Accordo di Programma per la rigenerazione urbana dell’attuale presidio ospedaliero di Busto Arsizio.

Via libera all’acquisizione dei beni confiscati

L’immobile di via Amalfi 8

Sempre su proposta dell’assessore all’urbanistica Giorgio Mariani, la giunta ha approvato di acquisire al patrimonio comunale quattro unità immobiliari in via Amalfi 8: si tratta di beni confiscati alla criminalità organizzata, immobili (e relativi eventuali proventi) che saranno destinati ad attività con finalità sociale rivolte a persone in situazioni di svantaggio, sia per inserimento lavorativo che residenziale. Dopo il sopralluogo per la presa in consegna degli immobili da parte del Comune, è stato rilevato che i beni assegnati sono privi di certificazioni impiantistiche e strutturali e necessitano di lavori di ristrutturazione e di messa a norma e che una delle unità è attualmente occupata da una società privata da numerosi decenni: è stato quindi avviato un contraddittorio per definire l’attuale situazione, in vista dell’individuazione del futuro utilizzo del capannone da parte dell’amministrazione comunale.

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