Busto, Antonelli: “I parlamentari grillini su Accam fanno solo demagogia”

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BUSTO ARSIZIO – «Hanno creato solo disturbo ed erano disinformati». Chi parla è il sindaco di Busto Emanuele Antonelli e il bersaglio sono i parlamentari grillini, tra i quali anche Gianluigi Paragone, che venerdì scorso, 28 settembre, hanno manifestato fuori dal Comune per chiedere la chiusura di Accam.

«Purtroppo – fa sapere il sindaco Antonelli con una nota ufficiale – questo nuovo governo grillino ci ha abituato a tutto. Speravo ci fosse, da parte di chi è stato eletto dai cittadini per rappresentarli, un minimo di responsabilità in più e quantomeno di correttezza istituzionale. Prima di lanciare accuse palesemente infondate, avrebbero potuto chiedere ai sindaci, tra l’altro alcuni sono loro colleghi di maggioranza in parlamento, qualche spiegazione per capire la reale situazione di Accam».

Le prossime saranno settimane decisive per il futuro dell’inceneritore. Il piano industriale portato dal cda nell’ultima assemblea dei soci dovrà infatti passare nei 27 consigli comunali dei paesi soci di Accam. E in attesa che questo avvengo Antonelli torna sulla questione e su quanto accaduto prima dell’ultima assemblea.

«Mi stupisce che dei parlamentari della Repubblica non si sia informino adeguatamente e sono venuti a creare disturbo sotto la sede di un Comune. Non hanno nemmeno approfondito la questione. Poiché la proposta fatta dal cda di Accam di prolungare la vita della società fino al 2027, riguarda per l’appunto la sopravvivenza della società stessa e non l’attività quella del termovalorizzatore. Quello che succederà dal 2021 al 2027 è ancora tutto da scrivere».

Antonelli poi ricorda che «l’assemblea dei soci a larghissima maggioranza ha dato mandato mesi fa ad un tavolo tecnico, composto da esperti indicati dagli stessi sindaci e dal cda, di delineare gli scenari possibili per traguardare l’attività di Accam oltre il 2021. I sindaci quindi si erano già espressi chiaramente a favore di una continuità aziendale che andasse oltre i paletti stabiliti dal piano industriale vigente. Il passaggio che faremo, auspicabilmente il 30 ottobre, servirà unicamente a dare maggiore respiro contabile alla società. Oltre a evitare che il peso degli ammortamenti debba costringere la società a chiudere i bilanci in rosso. Inoltre si darà in questo modo la possibilità all’assemblea di valutare con la massima serenità gli scenari per il futuro e di prendere le decisioni che servono per dare un orizzonte solido e sostenibile alla società».

Poi il sindaco torna ad attaccare i rappresentanti dei Cinque stelle: «Se la società chiude, i parlamentari grillini, ma anche i comitati, chi farà la bonifica del terreno e con quali risorse. Ma soprattutto che cosa succederà nell’immediato al ciclo integrato dei rifiuti sul nostro territorio, una volta che per smaltire i nostri rifiuti dovremo dipendere da altre società in cui non abbiamo voce in capitolo».

E sull’ipotesi di realizzazione di nuovi impianti di trattamento a freddo avanzata dai pentastellati: «Loro dovrebbero sapere innanzitutto che per ipotizzare un futuro simile occorre una società viva e non in liquidazione e che abbia la disponibilità di un terreno ben oltre il 2021. E questa società non può che essere Accam. La seconda cosa è che per concretizzare una simile ipotesi servono risorse vere e un piano industriale inattaccabile. Fino ad ora questa possibilità è soltanto teorica. Chi, come il sottoscritto e gli altri sindaci, ha una responsabilità sugli atti che compie e sul patrimonio dei propri cittadini, non può affidarsi ad ipotesi teoriche ma deve fare i conti con la realtà. Ecco perché mi auguro che i miei colleghi soci agiscano responsabilmente e diano un futuro, o quantomeno una prospettiva, ad Accam spa. Non è il momento della demagogia e della propaganda a buon mercato. Quelle le lasciamo a chi governa a Roma. Ora è tempo per noi sindaci del territorio di dimostrare concretezza e responsabilità».

 

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