Busto Arsizio, se il Tarlisu fa il capo dell’opposizione

Lampioni intelligenti, ma spenti. Strade rattoppate male e vigili urbani che non multano i proprietari dei cani che lasciano i loro “ricordini” per strada. E ancora, Uto Ughi dimenticato dalla sua città, la piscina Manara che ha “perso la bussola”. E l’ospedale attuale, in attesa di quello nuovo? “Un disastro”, testuali parole. Siamo a Busto Arsizio ma non è l’opposizione, è uno scherzo di Carnevale.

Se non fosse stato per il dialetto bustocco “doc” e per le punte di ironia, quello pronunciato dal Tarlisu all’apertura della settimana del Carnevale avrebbe potuto essere tranquillamente il discorso del capo dell’opposizione a Palazzo Gilardoni. Non è una novità: la maschera impersonata dall’istrionico Antonio Tosi, detto Pedela, si diverte ormai da anni a fare le pulci a quel che non va in città usando la ribalta della cerimonia della consegna delle chiavi per dare il via alla festa più colorata dell’anno. In passato abbiamo sentito per anni le invettive del Tarlisu sulle incompiute, dal Borri in giù, e sullo scheletro del “palagiàsciu” di Beata Giuliana, e per l’anno prossimo ha già preannunciato che metterà alla berlina il sacco azzurro di Agesp. Ma erano bacchettate che sentivamo puntualmente anche dai banchi dell’opposizione. Ora invece sembra quasi che il dibattito politico a Busto Arsizio si sia anestetizzato.

Prima di Natale il bilancio di previsione, il documento principe che detta la linea e le spese di un’amministrazione, è stato approvato nel giro di un paio di ore, come se fosse una delibera qualsiasi, e l’ordine del giorno del primo consiglio comunale del 2024 brillava per penuria di atti. Per non parlare della sfida del Piano di Governo del Territorio, il documento urbanistico che disegnerà lo sviluppo della città almeno per i prossimi dieci anni: per ora è oggetto di discussione nelle riunioni riservate di maggioranza ma fuori da lì si limita a parlarne qualche ex consigliere come Livio Pinciroli. Addirittura a sollevare i problemi dell’illuminazione in città è stata Fratelli d’Italia, il partito del sindaco, e ad aggirarsi per piazza Vittorio Emanuele a fotografare la pavimentazione a pezzi il giorno dell’apertura del Carnevale è stato il sindaco Antonelli in persona.

E l’opposizione che fa? Fatto salvo chi in questo momento è ai box per rimettersi in sesto (forza Gigi!), il fatto che l’opposizione più ficcante la faccia un consigliere, Emanuele Fiore del gruppo misto, che si è dichiarato vicino a Forza Italia, non depone certo a favore di chi dovrebbe contrastare il centrodestra che a Busto governa ininterrottamente da trent’anni. Non ce ne vogliano gli esponenti del PD e di Progetto in Comune – il consigliere Santo Cascio peraltro sul tema dei derivati è stato il più incisivo di tutti, invocando l’esposto alla Corte dei Conti per fare chiarezza sulla vicenda – ma a Busto Arsizio servirebbe un Tarlisu tutte le settimane, per denunciare con continuità le cose che non vanno e chiedere risposte a chi guida la città. Anche senza il dialetto bustocco.

Nessuno dubita che fare opposizione con un sindaco come Emanuele Antonelli, con il suo “caratteraccio” che ormai viene puntualmente citato anche in sala esagonale (lo ha sperimentato anche il segretario dem Paolo Pedotti quando ha “osato” parlare del saluto romano di Checco Lattuada), non sia semplice, però è un compito necessario in una democrazia. E sarebbe un bene anche per chi è in maggioranza e a volte è costretto a mordersi la lingua per “ragion di coalizione”.

busto arsizio tarlisu opposizione – MALPENSA24