Casale Litta, coltivano e vendono cannabis light: a processo per spaccio. Assolti

busto tribunale

CASALE LITTA – Arrestati per detenzione ai fini di spaccio. Assolti con formula piena dal giudice del tribunale di Busto Arsizio Nicoletta Guerrero. Finisce così il primo grado di un processo che ha visto alla sbarra marito e moglie. Finisce con una decisione destinata a costituire un precedente importante a livello nazionale. Perché la cannabis che è fulcro della vicenda è del tipo “light” e la coppia la vendeva in un negozio dedicato (come quelli aperti a centinaia in tutta Italia) a Vedano Olona.

Sentenza di portata nazionale

La vicenda ha inizio lo scorso luglio quando la polizia arriva a casa della coppia dove era stato segnalato un litigio. Qui vengono trovate parecchie piante di cannabis e una lunga selezione di inflorescenze. Marito e moglie coltivano infatti il prodotto poi venduto in negozio. «Una norma datata 2016 – spiega Corrado Viazzo, avvocato difensore dei due coniugiconsente la coltivazione della cannabis light ma non la sua vendita». Perché qualcuno dovrebbe coltivare un prodotto su vasta scala senza poi poterlo vendere? Non solo: la Cassazione, a sezioni unificate, nel 2019 ha stabilito che la messa in commercio di questo prodotto costituisce reato di spaccio. E in questo senza la sentenza emessa dal tribunale di Busto Arsizio va contro corrente ed è, appunto, destinata a diventare un precedente importante.

Incertezza normativa

Le motivazioni della sentenza saranno depositate in 15 giorni. A quel punto sarà chiaro quale principio abbia ispirato il giudice Guerrero. «In un quadro di incertezza normativa – commenta l’avvocato Viazzo – Il giudice potrebbe aver tenuto conto del principio della non offensività della sostanza. In sintesi il principio attivo della sostanza è così contenuto da non essere drogante». Sul punto il difensore si è molto speso: «Chi stabilisce il limite? – dice Viazzo – In primo luogo la “potenza” del principio attivo può variare a seconda del terreno o dell’esposizione al sole. Chi coltiva non può saperlo. Inoltre l’effetto drogante di una sostanza può variare da soggetto a soggetto. In questo solco questa sentenza diventa importantissima non solo perché rivela i limiti normativi in essere ma perché riguarda centinaia di cittadini visto il boom di negozi dedicati al prodotto degli ultimi anni».

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