BUSTO ARSIZIO – «Sono senza lavoro e avevo bisogno di soldi». Ha ammesso gli addebiti la 34enne di Trecate arrestata domenica 24 gennaio con l’accusa di rapina impropria dagli uomini del commissariato della polizia di Stato di Busto Arsizio d’intesa con il pubblico ministero Ciro Vittorio Caramore.
Ha ammesso gli addebiti
La donna, assistita dagli avvocati Riccardo Stucchi e Cinzia Gerosa, è comparsa oggi davanti al gip Piera Bossi per l’udienza di convalida. Non si è avvalsa della facoltà di non rispondere ma ha ammesso quanto contestatole anche perché negare il fatto, vista la presenza di parecchi testimoni e l’epilogo del borseggio in chiesa a fine messa del quale si è resa protagonista, sarebbe stato inutile e controproducente.
Sono senza lavoro
La 34enne, che ha precedenti di polizia, ha anche cercato di spiegare il perché del suo avventarsi sulla borsa Gucci appoggiata sulla panca della chiesa di Sant’Edoardo dalla vittima che stava seguendo la messa. Il fatto resta pacificamente un reato. Ma la donna ha spiegato di aver «Rubato per necessità». Disoccupata, con mille difficoltà nel trovare un impiego visto il periodo, ha rubato per poter mangiare. Di fatto la 34enne ha mostrato una tenacia inusuale: quando la vittima accortarsi del furto della borsa l’ha inseguita e bloccata riprendendosi il maltolto, la donna non è fuggita a fronte dell’altissima possibilità dell’intervento delle forze di polizia, ma si è ripresa la Gucci tentando solo a quel punto di sparire.
Il Gip si è riservato
Non solo: una volta bloccata dall’intervento dei poliziotti delle Volanti di Busto ha restituito il bottino con il contagocce. Prima la borsa, poi il portafoglio e solo alla fine (e in due tranche) ha restituito anche i 150 euro contenuti nel borsellino. Il pubblico ministero ha chiesto la custodia cautelare in carcere. I difensori hanno chiesto, vista la collaborazione da parte dell’indagata, la messa in libertà della donna o in subordine l’applicazione della misura meno afflittiva. Il giudice si è riservato.
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