Busto, il comandante della polizia locale: «Più rispetto per i miei agenti»

BUSTO ARSIZIO – «Maleducazione? Da quando sono arrivato ho trovato invece tanto rispetto e tanta disponibilità da parte di tutti. Generalizzare è sbagliato e pericoloso». Il comandante della Polizia locale Stefano Lanna prende carta e penna e risposta alla lettera di una nostra lettrice, Anna Colombo, che aveva pubblicamente denunciato alcuni episodi, a suo dire, di “maleducazione” dei “vigili urbani” di Busto Arsizio. «Mi chiedo – scrive il comandante Lanna – se sia così corretto, o meglio, è così “educato” dare dei “maleducati” in maniera così generalizzata agli oltre 60 agenti della nostra polizia locale per un evento o un fatto circostanziato». (Per la verità, nella lettera si parlava solo di alcuni agenti, ndr)

Le risposte nel merito

Entrando poi nel merito degli episodi citati nella lettera, il capo del Comando dei Molini Marzoli solleva il tema della diffusa oscillazione tra «l’aspettativa di totale elasticità a proprio uso e consumo a quella di Sicurezza ad ogni costo e tolleranza zero quando una determinata cosa spetta ad altri», e si schiera a difesa dei «miei uomini contro chi ingiustamente e pubblicamente li attacca solo per il fatto di non aver acconsentito con il sorriso a quei “10 minuti” di comodità personale».

La risposta del Comandante

Spettabile Direttore,
in primo luogo vorrei rispondere al titolo dell’articolo “La maleducazione dei vigili urbani di Busto” evidenziando che, nonostante sia arrivato da soli due mesi, a differenza di quanto scritto ho trovato invece tanto rispetto e tanta disponibilità da parte di tutti.
E questa disponibilità la vedo in maniera concreta tutti i giorni dove i miei collaboratori si mettono costantemente in gioco, facendo spesso doppi turni, per coprire tutti quei servizi necessari in favore della nostra comunità e della cittadinanza, anche ben oltre il proprio orario di lavoro.
Allora mi chiedo: è così corretto, o meglio, è così “educato” dare dei “maleducati” in maniera così generalizzata agli oltre 60 agenti della nostra polizia locale per un evento o un fatto circostanziato?
Oltre a non rendere giustizia per tutto il lavoro svolto quotidianamente, ritengo che tale generalizzazione sia oltretutto pericolosa poiché porta ad accendere inutili polemiche ed ingenerare sentimenti di odio e di rancore nei confronti della nostra categoria.
Ciò che Le chiedo, difatti, è di poter valutare quanto Le ho scritto in un’ottica più ampia e, soprattutto, rispettosa delle posizioni reciproche: ha mai visto ad esempio un articolo sulla maleducazione di infermieri, medici, banchieri, impiegati postali o riferito ad altre categorie di lavoratori?
Io mai, mentre purtroppo quando si deve parlar male della polizia locale, o meglio “sparlare dei vigili”, non si ha alcuna difficoltà a sparare a zero al fine di poter fare polemica ed attaccare poi le istituzioni, dibattito che, a parere di chi scrive invece, in una società civile dovrebbe essere invece basato sul confronto garbato e rispettoso delle posizioni di tutti.
E qui voglio portare l’attenzione al caso esposto: la signora nell’articolo accusa “i vigili” (che ho già avuto modo di sentire) di essere stati “maleducati” ed intolleranti poiché le hanno imposto di spostare immediatamente la propria auto (senza però sanzionarla) lasciata per i classici “10 minuti” nel primo caso in sosta sullo spazio riservato ai disabili mentre in un’altra circostanza sul marciapiede.
Ma se anziché arrivare l’auto della polizia locale fosse giunta una vettura al servizio di una persona disabile che aveva la necessità di andare nella stessa farmacia? Sarebbe stata ancora colpa dei “vigili”? Guardi, ne sono sicuro: difatti, come spesso accade, l’opinione pubblica avrebbe dapprima criminalizzato il comportamento “maleducato” di chi ha lasciato l’auto in sosta irregolare, ma poi avrebbe puntato il dito contro i “vigili” che, guarda caso, al momento del bisogno non ci sono mai!
Comprende quindi il mio, e il nostro, imbarazzo nei confronti di tali situazioni dove, secondo il momento e la persona che abbiamo di fronte, si dovrebbe agire in maniera corretta ed educata, misurando però questa “correttezza” e questa “educazione” fra l’aspettativa di totale elasticità a proprio uso e consumo a quella di Sicurezza ad ogni costo e tolleranza zero quando una determinata cosa spetta ad altri?
Spesso l’unica certezza che emerge, e che è emerso anche dalla situazione descritta, è che quei “10 minuti” di tolleranza e buon senso effettivamente fanno comodo a tutti!
Pertanto Sig. Direttore, se da un lato sono e sarò il primo a condannare quegli episodi di “maleducazione” da parte dei miei collaboratori affinché sia sempre garantito un servizio giusto, corretto e leale nei confronti dei cittadini, dall’altro mi trova oggi, e mi troverà anche in futuro, a difendere invece i miei uomini contro chi ingiustamente e pubblicamente li attacca solo per il fatto di non aver acconsentito con il sorriso a quei “10 minuti” di comodità personale.
Per finire, sono a comunicarLe la mia piena disponibilità ad un colloquio “educato” con la reclamante affinché possa verificare che nel nostro Comando c’è anche educazione e disponibilità e che spesso, quando c’è rispetto reciproco, basterebbe semplicemente parlarsi.
Cordiali saluti.

Il Comandante della Polizia Locale di Busto Arsizio
Dott. Stefano Lanna

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