Con l’obbligo rincorsa al Green Pass: 1.500 vaccinazioni al giorno a Malpensafiere

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BUSTO ARSIZIO – «Voglio vedere un medico». «Mi scusi?». «Voglio vedere un medico perché ho delle patologie e voglio informazioni sul vaccino». «Quindi lei ha un appuntamento oggi qui per il vaccino?». «No». Hub vaccinale di Malpensafiere, ore 14 circa di ieri, venerdì 15 ottobre, il Green pass day. Conversazione reale tra un utente e un volontario. «Le consiglio – spiega il volontario – di rivolgersi al suo medico di famiglia prima e di prendere poi appuntamento qui per vaccinarsi. Prima della somministrazione troverà un medico a sua disposizione che valuterà la sua anamnesi rispondendo a tutte le sue domande. Ma deve prenotarsi». «Ah».

La rincorsa al Green Pass

«Ma al ragazzino gli fate quello più leggero, giusto?». «Non c’è un vaccino più leggero dell’altro signora, comunque agli adolescenti somministriamo Pfizer». «Ah bene, meno male. Già che sono qui posso vaccinarmi anch’io?». «No se non ha appuntamento». «Ah, devo prendere appuntamento…». Chi a Malpensafiere si è vaccinato in primavera o in estate, seguendo l’andamento naturale dell’apertura alle varie fasce d’età, l’hub non lo riconosce più. Da alcuni giorni qui, come nel resto d’Italia dove la corsa alle vaccinazioni ha segnato un più 34% in 7 giorni a livello nazionale, è iniziata la rincorsa degli indecisi. Dei contrari al Green Pass in linea di principio che, sino all’ultimo, hanno sperato che le proteste di piazza, i blocchi minacciati, l’ammiccare di taluni politici, potessero fare la rivoluzione e ha visto le proprie speranze infrangersi contro la granitica fermezza del Governo Draghi. Green Pass obbligatorio. E in coda ieri erano in tanti tra i 25 e i 50 anni: il vaccino per lavorare.

Mai così tanti insulti

L’hub è ridotto, gioco forza. Le fiere sono tornate, grazie alla ripartenza voluta dagli oltre 43milioni di italiani che hanno scelto la vaccinazione quando era tempo di farla. Non più l’immenso piano terra, ma due sale al primo piano. Dimezzate le linee vaccinali: e del resto senza somministrazione, nell’enormità del panorama nazionale, sono rimasti in pochi. Pochissimi in Lombardia. L’efficienza è rimasta la stessa. Ieri, alle 13,  si stava in coda per circa 15, 20 minuti, complice un problema ai computer poi risolto. Personale sanitario e medici lavorano dalle 7.30 del mattino affinché l’attesa non sia troppo lunga e la gente non si spazientisca. Senza mai sottolineare il fatto che la maggior parte delle persone in attesa oggi avrebbe potuto tranquillamente vaccinarsi mesi fa. 

Il 50% di vaccinazioni in più

La resa di chi sperava di veder cadere l’obbligo del Green Pass la danno i numeri. Malpensafiere oggi dovrebbe vaccinare circa mille persone al giorno. Si viaggia sulla media delle 1.500, 1.600 somministrazioni al giorno. Il 50, 60% in più. Cercano di correre ai ripari. Sanitari e volontari, impegnati da aprile, nel gestire un servizio fondamentale hanno gli occhi più stanchi. Ma la gentilezza è sempre la stessa. La gente, invece, è cambiata nei mesi. Oggi la maggior parte di chi si presenta si sente un “costretto” al vaccino. E di conseguenza si comporta. Come se fosse lecito. Da settembre la situazione è precipitata: il personale sanitario racconta di non aver mai ricevuto così tanti insulti come in questo periodo.

Moderna is the new AstraZeneca

Da quello che sbraita di avere diritto al Green Pass 5 minuti dopo aver ricevuto la prima dose, che lui ne ha bisogno, a quello che il vaccino lo vuole scegliere. Perché oggi “Moderna is the new AstraZeneca”. Nessuno lo vuole. Perché? Mistero. «I due vaccini sono equivalenti», cercano di spiegare i medici. Ma di fronte a loro c’è un laureato all’università della vita che con toni accesi ribatte: «Io ho diritto di decidere. E’ la mia vita. Ho diritto di decidere». La pazienza di chi varca ogni giorno i cancelli dell’hub di Malpensafiere è infinita. Meriterebbero molto di più. E invece: «L’ultima risata che ho fatto qua dentro risale al 26 settembre – spiega un medico – Pioveva in modo pazzesco. Il cielo nero, le nuvole gonfie, un muro d’acqua. Si presenta una signora che dice: vengo oggi per il vaccino perché avevo appuntamento il primo agosto (periodo notoriamente vacanziero) ma quel giorno non sono potuta venire perché pioveva». Le paure meritano tutte di essere rispettate. Le prese in giro, no. 

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