Derivati, Cornacchia: «Giunta Antonelli scriteriata. Danno che si poteva evitare»

Diego Cornacchia a casa sua, Villa Leone

BUSTO ARSIZIO – È stato il «comportamento scriteriato» della giunta Antonelli ad «indurre» Deutsche Bank ad intentare la causa contro il Comune di Busto Arsizio: ad affermarlo è l’avvocato Diego Cornacchia, consigliere comunale uscente e non ricandidato, che punta il dito contro il sindaco in particolare e la sua amministrazione per lo «sperpero di quasi un milione e mezzo di euro» di spese legali (1,2 milioni più Iva) per la “controversia legale” finita a Londra con una sentenza negativa. «Ha ragione Maggioni – sostiene Cornacchia – si potrebbe configurare un danno erariale. Un danno economico per le casse comunali che poteva essere evitato qualora il sindaco o chi per lui avesse mostrato, nel caso specifico, competenza o diligenza».

Cornacchia fa “rewind”

«Precisiamo che il Comune ha dovuto necessariamente subire la causa per effetto della sospensione dei pagamenti cui era tenuto nei confronti di Deutsche Bank, che pertanto ha dovuto chiedere il rispetto degli accordi – osserva Diego Cornacchia – perché e chi ha disposto la sospensione del versamento dei ratei? Chi l’ha ordinata? La sentenza di Londra è elementare e pacifica nella sua decisione ed interpretazione, non fa altro che dire: “pacta sunt servanda rebus sic stantibus”. Ovvero che gli accordi si rispettano. Come Ente Comune ci siamo resi inadempienti nei confronti di un contratto che vige a tutti gli effetti e che avrà delle conseguenze onerose fino al 2031». Ed è qui che l’avvocato, consigliere comunale negli ultimi 15 anni (di cui presidente dell’assemblea per cinque), mette “rewind” per ripercorrere le tappe di una vicenda che ha seguito fin dall’inizio.

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L’operazione

«L’operazione dei derivati venne suggerita dall’allora assessore Alberto Cattaneo, di AN, e seguita dal suo successore Giovanni Paolo Crespi, anch’egli di AN, che era ed è tuttora (divenuta Fratelli d’Italia) il partito dell’attuale sindaco Antonelli – ricorda Cornacchia – appena ne ebbi conoscenza iniziai ad interessarmene con interrogazioni e richieste di chiarimenti in consiglio comunale e in commissione. Dopo aver fatto richiesta di accesso agli atti, suggerii di intavolare una trattativa con la banca proprio per verificare se a seguito della crisi finanziaria del 2008 si potesse trovare una soluzione amichevole per modificare il contratto ed alleviarne le conseguenze negative che ormai divenivano preoccupanti ad ogni approvazione del bilancio. Invece si è voluto forzare la mano sospendendo il pagamento di quanto dovuto».

I due passaggi chiave

Ci sono due passaggi chiave che l’ex consigliere del gruppo misto intende mettere in evidenza. Il primo nel maggio del 2009, quando «su mia insistenza, un’interrogazione del mese precedente», l’allora assessore Crespi illustrò il contenuto di un’analisi degli effetti del contratto alla Brady Italia e sugli swap, che «indicava l’esistenza di “benefici massimizzati nel breve periodo a fronte di un incremento dell’esposizione ai rischi negli anni successivi”. Parere di esperti che ci metteva già allora in allarme». Il secondo nel 2018, accertato dal consigliere Cornacchia a seguito di accesso agli atti, poiché «con la giunta Antonelli il tema dei derivati è stato chiuso a chiave nelle segrete stanze». Vale dire «la scelta dello studio legale Vega Law di Pietro Gatto, a seguito della citazione di Deutsche Bank innanzi la Corte di Londra notificata al Comune in data 27 luglio 2018». Lo studio a cui affidare l’incarico di difesa, sottolinea l’ex consigliere, «venne prescelto il 6 agosto 2018 con una determina dirigenziale e con procedura negoziata stante per la ristrettezza dei tempi, in quanto si assumeva che la costituzione in giudizio doveva avvenire entro il successivo 7 agosto, pena chissà quali conseguenze negative per le ragioni difensive dell’Ente. Sulla base di un preventivo di spesa, datato 2 agosto, di 54mila euro più Iva e di 23mila euro a titolo di deposito, il Comune mise a bilancio la somma complessiva di 120mila euro per spese legali. A ben guardare, il preventivo per gli studi legali e non solo è obbligatorio per legge dal 2017. Tuttavia, le spese allora preventivate sono ora decuplicate. E qualcuno dovrebbe non solo chiarire le motivazioni ma assumersene le conseguenze».

Gli errori della giunta

«Evidentemente aver giustamente subito la causa da parte di Deutsche Bank in quanto fortemente debitori ed in assenza di una preliminare trattativa di cui non c’è riscontro, è stata una scelta capziosa e scriteriata che ha procurato un danno al Comune – la tesi dell’ex presidente del consiglio comunale – ciò se non altro per aver dovuto sopportare spese legali di notevolissima entità, salvo poi doversi sobbarcare anche le spese della controparte od il conguaglio di tutti i costi della controversia». Per Cornacchia, insomma, è l’amministrazione che ha “provocato” il colosso tedesco inducendolo all’azione legale: «La sospensione dei pagamenti può avvenire solo in casi gravissimi. La responsabilità nel caso specifico deve essere addebitata in particolare al sindaco, in quanto commercialista e già assessore al bilancio, che, verosimilmente, ha prescritto agli uffici o all’assessore di suo riferimento di non pagare. Un comportamento inutilmente pretestuoso ed irragionevole da parte del Comune in quanto pacificamente debitore, sino a prova contraria». Che si prefiguri la fattispecie di un danno erariale l’avvocato Cornacchia ne è convinto: «Ora – chiosa – spetta ai nuovi consiglieri, in particolare a quelli di minoranza ed appena eletti, fare la loro parte a tal proposito».

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