Busto, Sant’Anna dice sì alla rivoluzione del riscaldamento. «Forse la volta buona»

BUSTO ARSIZIO – Un cogeneratore al posto dell’attuale caldaia che serve più di 600 appartamenti, per avviare finalmente la rivoluzione del riscaldamento nel quartiere di Sant’Anna. Gli abitanti hanno detto sì, approvando la proposta avanzata dall’amministratore Attilio Spadaccino nell’assemblea del supercondominio che regge le sorti di buona parte delle abitazioni del “Villaggio” progettato da Richino Castiglioni. Un progetto firmato Engie, la multinazionale francese del gas: ora si apre un anno di valutazioni tecniche per definire meglio gli interventi da eseguire e risottoporre la proposta ai condomini. «Una proposta saggia» l’ha definita il sindaco Emanuele Antonelli, che ha partecipato anche perché il Comune detiene 100 millesimi del supercondominio.

Il progetto

La centrale termica di Sant’Anna è da anni un tema controverso e delicato nel quartiere più a nord della città. Ecco perché l’assemblea convocata dall’amministratore ha gremito oltre la capienza il teatro Sant’Anna, messo a disposizione dalla parrocchia. Il progetto di Engie prevede la sostituzione di tutte le caldaie e l’inserimento di un cogeneratore a gas che alimenterà delle pompe di calore in grado di produrre energia elettrica e termica. Il risultato sarà un impianto ibrido, finanziato in parte con le detrazioni fiscali per il risparmio energetico e in parte da Engie, che punta a gestire per nove anni il riscaldamento del “Villaggio”, promettendo «un abbattimento sostanziale dei costi energetici già dal terzo anno», senza esborsi richiesti ai singoli nuclei familiari.

Gli step

Gli step del progetto sono tre: produrre energia termica al minor costo possibile, contabilizzare i consumi almeno alle singole sottostazioni, e successivamente contabilizzare i consumi al singolo appartamento. Più un quarto step, che sarà disperdere meno calore con la sistemazione degli appartamenti, a partire dai serramenti. Prima di eseguire gli interventi però Engie ha bisogno di monitorare l’impianto per un anno, per valutare come muoversi e ripresentarsi di fronte all’assemblea con un progetto più dettagliato e preciso, anche in termini di stime di risparmio.

Provare a cambiare

«Forse è la volta buona che qualcosa di buono si fa» il commento del sindaco Antonelli, che ha invitato gli abitanti del quartiere a raccogliere «la sfida» e l’opportunità «per provare a cambiare, affidandosi agli esperti e ad una tecnologia che ha fatto passi da gigante». Per il primo cittadino, il progetto di Engie è «un primo passo per cambiare questa benedetta caldaia che è il primo intervento da fare». Il consigliere comunale Santo Cascio, che ha moderato l’assemblea, fa notare che «l’impianto ha ancora un rendimento termico al 90%, il che significa che non è stato trascurato, ma ha pur sempre 50 anni e l’intento è di provare ad andare oltre».

Il distacco

L’assemblea ha approvato la proposta, aprendo così all’anno di valutazione di Engie. Nel frattempo, chi ritiene di voler optare per il distacco dall’impianto di riscaldamento potrà farlo «purché siano rispettate le normative vigenti – sottolinea l’amministratore Attilio Spadaccino – che prevedono l’esecuzione di una diagnosi energetica di tutto il quartiere, che dimostri che il distacco non crea danni e scompensi termici ed economici all’impianto».

La querelle: centralizzato o teleriscaldamento?

Nel corso dell’assemblea non sono mancati momenti di tensione, come quando il portavoce del comitato spontaneo di quartiere Franco Cascio, che da anni si batte per il distacco dalla centrale termica contestando l’esistenza del supercondominio, ha rivangato la querelle sul fatto se sia «un impianto centralizzato o un teleriscaldamento», sostenendo che la presenza degli scambiatori di calore nei singoli palazzi dimostra che è un impianto di teleriscaldamento. Ma l’amministratore è stato tranchant: «La risposta l’hanno data due sentenze del Tribunale». Che hanno dato ragione alla gestione del supercondominio. Ma tra gli abitanti di Sant’Anna serpeggiano molte perplessità, soprattutto a fronte del caro-bollette e del problema delle morosità. «Ci sono gli scemi che pagano per quelli che non pagano» la colorita definizione di un condomino.

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