Busto, la panchina rossa in largo Giardino. Per dire no alla violenza sulle donne

BUSTO ARSIZIO – Agesp Energia posiziona una panchina rossa nella nuova area pedonale di largo Giardino per la giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Rivolta verso il Tribunale, un invito a denunciare. L’intervento è stato realizzato nell’ambito della riqualificazione della piazza del Palazzo di giustizia di Busto Arsizio e della “sponsorizzazione” dell’aiuola della rotonda di largo Giardino da parte della società di commercializzazione del gas del Gruppo Agesp. È l’ennesima, ma non sarà neanche l’ultima, iniziativa programmata per il 25 novembre in città, a conferma di una tradizione che esattamente un anno fa aveva portato centinaia di ragazzi in piazza Vittorio Emanuele per un flash mob. Tra le varie proposte, oltre alle mille mascherine rosse di Eva Onlus, e all’apertura della nuova sede, nella serata di ieri 24 novembre, la Giornata è stata anticipata illuminando di rosso la facciata di villa Tovaglieri e della sede di Agesp Energia in via Alberto da Giussano, oltre alla fontana di piazza Garibaldi. Oggi alle 17.30 convegno di Eva Onlus su “Donne e arte-Rinascere attraverso la bellezza” e alle 20.45 video-conferenza della prof. Elide Casati sulla figura di Artemisia Gentileschi, a cura dell’associazione Noi del Tosi.

La panchina e le rose

Quest’anno, con Busto in zona rossa, niente eventi in presenza, ma non si rinuncia ai simboli per sensibilizzare sul tema. In prima linea per “inaugurare” la panchina rossa, insieme all’assessore ai servizi sociali Osvaldo Attolini, un tris di donne di Busto impegnate nelle istituzioni: l’amministratore unico di Agesp Energia Giusy Basalari, la vicesindaco Manuela Maffioli e l’europarlamentare Isabella Tovaglieri. Dopo aver “battezzato” la nuova panchina rossa, hanno distribuito rose rosse ai commercianti della zona e ai passanti, deponendo una rosa anche sulla stele che, di fronte alla sede della Procura, ricorda i magistrati vittime dei poteri criminali nell’adempimento del dovere, tra cui Francesca Morvillo, moglie di Giovanni Falcone.

Maffioli: «Battaglia culturale»

«La battaglia contro la violenza sulle donne è innanzitutto culturale e deve puntare a eradicare un certo modo pericoloso di guardare alle donne, di pensare alle donne, di parlare o scrivere delle donne – sottolinea la vicesindaco e assessore alla cultura Manuela Maffioli – un modo ancora troppo spesso permeato di pregiudizio e di, pur inconscia, disuguale concezione dei due generi, che alimenta, come un fiume sotterraneo, l’humus in cui maturano ancora le tante, troppe forme di violenza. Una battaglia che va combattuta da tutti, tutti i giorni. Con fermezza. Con gesti gentili e pensieri non barattabili».

Tovaglieri: «Problema in crescita»

«Le violenze contro le contro durante il lockdown hanno purtroppo registrato un’impennata: tra marzo e giugno di quest’anno, le richieste di aiuto ai centri antiviolenza sono aumentate del 120% e hanno riguardato, nel 77% dei casi, abusi avvenuti tra le mura domestiche – fa notare Isabella Tovaglieri, eurodeputata bustocca e membro della commissione Femm al parlamento europeo – aumenta però anche il numero delle donne che hanno il coraggio e la forza di denunciare grazie alle campagne di sensibilizzazione, al lavoro di tante associazioni sul territorio, all’intervento delle Forze dell’Ordine, ma anche grazie all’approvazione della legge sul Codice Rosso, diventato realtà grazie alla Lega. Ma la battaglia per mettere fine alla violenza sulle donne non può essere relegata alle sole ricorrenze. Deve essere invece una lotta che ci impegna sempre: oggi, domani, dopodomani e tutti i giorni dell’anno, ciascuno secondo le sue possibilità e secondo il ruolo che riveste nella società e nelle istituzioni».

 

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